Bari, stupro di gruppo: si cercano tracce dna su abiti sospettati

Cronaca
Foto d'archivio
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Continuano le indagini sulla violenza denunciata da una ragazza di 15 anni. I carabinieri stanno setacciando vestiti e cellulari dei 5 indagati (4 minorenni tra i 16 e i 17 anni e un 18enne) in cerca di elementi che confermino la loro partecipazione all’aggressione

Continuano le indagini sullo stupro di gruppo avvenuto la sera del primo agosto, in un parcheggio del porto di Bari, ai danni di una ragazzina di 15 anni. Si cercano, in particolare, tracce sugli abiti dei cinque giovanissimi indagati per confermare la loro partecipazione alla violenza.

Sospetti su 4 minorenni e un 18enne

I sospettati sono quattro minorenni tra i 16 e i 17 anni e un 18enne: i loro vestiti sono stati sequestrati, insieme ai telefoni cellulari, dai carabinieri del comando provinciale di Bari. Sui vestiti potrebbero essere individuate tracce di dna che possano ricondurre alla giovanissima vittima degli abusi. Il reato ipotizzato a carico di tutti e cinque gli indagati è violenza sessuale di gruppo ma, per il momento, non nessuno è stata chiesta la misura cautelare. Tanti sono, infatti, gli elementi da chiarire prima di attribuire responsabilità penali precise ai giovani. I ragazzi avrebbero partecipato allo stupro nel parcheggio adiacente al terminal crociere, dove la quindicenne sarebbe stata attirata da un ex fidanzatino con la scusa di andare a mangiare insieme un gelato.

Oltre agli abiti, setacciati i cellulari

Proprio per verificare la presenza di tutti e cinque i ragazzi in quella zona, nell'ora indicata dalla vittima (dopo le 23 di lunedì sera), gli investigatori stanno passando al setaccio i loro telefoni, incrociando i dati delle celle telefoniche agganciate con messaggi, chat, telefonate, eventuali fotografie inviate e ricevute, commenti sui social.

Dimessa la ragazzina

La ragazzina è stata accompagnata in ospedale dai genitori nella notte tra lunedì e martedì ed è stata dimessa ieri, con una prognosi di quindici giorni determinata da una serie di ecchimosi e contusioni che sono state riscontrate in diverse parti del corpo. Sulla vicenda nessuno dei cinque indagati ha voluto rilasciare dichiarazioni ai carabinieri, avvalendosi della facoltà di non rispondere durante gli interrogatori. Il sindaco di Bari, Antonio De Caro, appresa la notizia della violenza, ha manifestato vicinanza alla famiglia della giovane vittima, annunciando la volontà del Comune di costituirsi parte civile in un eventuale processo a carico dei responsabili.

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