Milano, investì e uccise vigile nel 2012: ottiene affidamento in prova

Cronaca
Il parco dedicato a Savarino a Milano (foto d'archivio Fotogramma)

Il ragazzo, all'epoca dei fatti, non ancora maggiorenne. Travolse a bordo di un suv Nicolò Savarino. Poi fu arrestato in Ungheria e condannato per omicidio volontario a 9 anni e 8 mesi. Dopo 5 anni di carcere, il Tribunale ha accolto istanza per i servizi sociali

Nel gennaio del 2012, quando non aveva ancora 18 anni, a bordo di un suv travolse e uccise a Milano l’agente di polizia locale Nicolò Savarino. Ora, dopo 5 anni e mezzo di carcere minorile, Remi Nikolic ha ottenuto l’affidamento in prova ai servizi sociali. Lo ha deciso il Tribunale di Milano, accogliendo l'istanza dell'avvocato David Russo. Il giovane nomade, che dopo la morte di Savarino fu arrestato in Ungheria, è stato condannato in via definitiva per omicidio volontario a 9 anni e 8 mesi. Ora ha 23 anni.

L’ordinanza dei giudici

La “misura dell'affidamento in prova al servizio sociale”, scrive il collegio del Tribunale per i minorenni di Milano nell’ordinanza, può “rivelarsi utile per favorire il processo di integrazione sociale del condannato e nel contempo impedire la commissione di ulteriori reati”. Oltre a segnalare le varie attività compiute dal ragazzo in carcere, i giudici spiegano che ha mostrato l’intenzione di “volersi distanziare dallo stile di vita del contesto familiare che in passato aveva fatto proprio e di voler effettuare in modo non strumentale scelte tali da esprimere la sua volontà di cambiamento”. 

La vicenda

Era il 12 gennaio 2012 quando il ragazzo, alla giuda di un suv, travolse il vigile e trascinò il suo corpo per 200 metri. Quel giorno l'agente Nicolò Savarino, 42 anni, stava effettuando un normale servizio di controllo in un parcheggio in via Varé, zona Bovisa. Tre giorni dopo, gli investigatori della Squadra mobile arrestarono il giovane che era riuscito a fuggire in Ungheria. Venne estradato e rimase poco più di due mesi nel carcere di San Vittore, fino a che, a seguito di una perizia e grazie a un certificato di nascita rintracciato a Parigi dalla difesa, si scoprì che era minorenne al momento del fatto.

I processi

Il ragazzo venne condannato in primo grado dal Tribunale per i minorenni a 15 anni di carcere. I giudici riconobbero all'imputato le attenuanti generiche come prevalenti rispetto alle aggravanti, mentre il pm aveva chiesto per Nikolic 26 anni di reclusione. Le attenuanti erano state concesse dai giudici anche sulla base del “contesto di vita famigliare” nel quale il ragazzo “è cresciuto, caratterizzato dalla commissione di illeciti da parte degli adulti di riferimento” e dalla “totale assenza di scolarizzazione”. Nel dicembre 2013, la sezione minorenni della Corte d'Appello di Milano decise di ridurre la pena per l'imputato, portandola a 9 anni e 8 mesi: in sostanza, il minimo della pena prevista in un dibattimento per un caso del genere di omicidio volontario commesso da un minore. Nell’aprile del 2015, poi, la Cassazione confermò definitivamente la condanna a 9 anni e 8 mesi. Un altro nomade serbo, Milos Stizanin, è stato condannato in primo e secondo grado a 2 anni e 6 mesi per favoreggiamento, perché avrebbe aiutato Nikolic a fuggire. Ma poi la Cassazione ha ordinato un appello bis per valutare l'accusa di concorso in omicidio.

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