"Siamo intervenuti in due modi - ha spiegato l'assessore all'Ambiente -, uno per la crisi idropotabile e il secondo per l'agricoltura, per cui abbiamo già chiesto lo stato di calamità"
"Chiederemo il livello massimo di allerta, quello rosso, e questo permetterà al governo di intervenire con i mezzi della protezione civile o per decidere gli utilizzi delle acque". Così Matteo Marnati, assessore all'Ambiente della Regione Piemonte, in un'intervista a Rai News 24, sul tema della siccità. "In realtà noi siamo intervenuti in due modi - ha spiegato l'assessore -, uno per la crisi idropotabile e il secondo per l'agricoltura, per cui abbiamo già chiesto lo stato di calamità, però serve per pagare i danni postumi a un evento. Noi cerchiamo di anticipare. Poi ci sono altre azioni a medio e lungo termine da mettere in campo, altrimenti la situazione diventerà ordinaria nei prossimi anni".
"In alcuni Comuni rubinetti chiusi di notte"
A proposito del razionamento dell'acqua, l'assessore ha ricordato come al momento circa il 10% dei Comuni piemontesi ha adottato ordinanze e divieti per l'uso consapevole dell'acqua. "Per ora non manca, però se va lungo il periodo di secca e di caldo ci saranno problemi anche dal punto di vista idropotabile tra qualche settimana", ha aggiunto. "Il problema - ha sottolineato - è che adesso, con questo caldo, i consumi per uso civile stanno aumentando e non diminuendo. Quindi alcuni comuni e alcuni acquedotti hanno cercato di intervenire nelle ore notturne, chiudendo i rubinetti. Per ora sono casi ancora sporadici, ma dai dati che abbiamo probabilmente questi comuni si moltiplicheranno nei prossimi giorni. Così facendo, almeno nelle ore notturne riusciamo a ricaricare un po' d'acqua nelle cisterne per poi utilizzarla durante la giornata".
Altro punto focale ribadito è l'acqua per l'agricoltura, da trovare entro quindici giorni. "Le associazioni agricole ci hanno detto 'oggi o mai più '- ha sottolineato -, nel senso che serve trovare entro quindici giorni le riserve che oggi mancano. Dove possibile - ha chiarito - dobbiamo riuscire a indirizzarle nei famosi canali artificiali e distribuirle sulla rete, soprattutto in pianura, o gran parte delle colture verranno bruciate. Che poi piova a luglio o ad agosto per l'agricoltura non ha più senso".