Scuola, Tar respinge richiesta sospensiva dell’ordinanza del Piemonte

Piemonte

Nella delibera, il governatore impone ai plessi scolastici della regione di verificare la temperatura degli studenti all'inizio delle lezioni. La richiesta era stata fatta dai ministri Lucia Azzolina e Roberto Speranza. Cirio: “Il Governo consideri il Piemonte un esempio”

Il Tar ha respinto la richiesta di sospensiva d'urgenza, chiesta dai ministri Lucia Azzolina e Roberto Speranza, della delibera con cui il governatore Alberto Cirio impone alle scuole piemontesi di verificare la temperatura degli studenti all'inizio delle lezioni in modo da prevenire i rischi di contagio da coronavirus. Lo apprende l'ANSA da ambienti della Regione Piemonte (CORONAVIRUS: LA DIRETTA - LO SPECIALE SCUOLA - PODCAST).

Le scuole continueranno dunque a misurare la febbre agli studenti, in Piemonte, almeno fino al 14 ottobre, quando la causa sarà discussa in Camera di Consiglio. La decisione di respingere la sospensiva, secondo quanto si apprende, si basa sul fatto che l'ordinanza regionale non sovverte quanto stabilito dallo Stato, ma lo integra. Per i giudici amministrativi, sempre secondo quanto si apprende, il rischio sanitario era comunque tale da giustificare provvedimenti straordinari. 

Il decreto: “Sospensione comporterebbe riduzione della tutela dal contagio”

Sospendere il decreto regionale che impone alle scuole di verificare la temperatura degli studenti prima delle lezioni "comporterebbe una riduzione del livello di tutela dal contagio presso gli istituti scolastici piemontesi", scrive il presidente del Tar del Piemonte, Vincenzo Salamone, nel decreto cautelare 446/2020 con la quale ha respinto la domanda di adozione di misura cautelare monocratica del governo. "Senza le misure regionali di cui al decreto impugnato, resterebbe solo la norma statale con il suo invito a 'coinvolgere' le famiglie nel controllo della temperatura dei bambini, non assistito da alcun meccanismo concreto di verifica - aggiunge il presidente del Tar del Piemonte - e le scuole non sarebbero tenute a verificare che gli studenti presenti negli istituti non siano effettivamente portatori di sintomi con gravi rischi di diffusione dell'infezione".

Cirio: “Il Governo consideri il Piemonte un esempio”

"Sono dispiaciuto che la scelta del Governo sia stata quella di entrare in netto contrasto con il Piemonte, invece che considerarlo un esempio", ha detto Cirio. Un provvedimento, sottolinea il governatore, che "punta a garantire più sicurezza per i propri cittadini, introducendo un livello di controllo in più per tutelare la salute di bambini e ragazzi, del personale scolastico e dei nonni".

I consiglieri regionali della Lega: “Inutile faziosità”

"Il ministro con delega ai banchi a rotelle Lucia Azzolina ha compreso qual è la caparbietà di noi 'bogianen' e ora prenda atto dell'inutile faziosità della sua impugnazione contro la nostra ordinanza: il Piemonte continuerà a difendere fino in fondo la salute e la sicurezza dei suoi figli", hanno detto i consiglieri regionali piemontesi della Lega commentano la decisione del Tar. "Il governo dovrebbe pensare a fare altrettanto, o almeno a garantire un dignitoso svolgimento delle lezioni - aggiungono gli esponenti del Carroccio in una nota - I problemi della nostra scuola non derivano certo da un obbligo di buonsenso com'è quello di misurare la febbre, che per altro non ha creato nessuno dei disagi annunciati con toni apocalittici dalla Azzolina. Lei pensi piuttosto a recuperare i banchi a rotelle promessi e mai arrivati".

La replica del Governo

"L'impugnazione da parte del governo dell'Ordinanza del Piemonte è stata un atto opportuno e un gesto di buonsenso". È quanto dicono fonti governative in merito alla sospensiva del Tar. "Il ricorso presentato - spiegano le fonti - ha raccolto il disappunto dell'intera comunità scolastica regionale e cercato di evitare disagi a scuole e famiglie, che si sono viste stravolgere le regole di sicurezza a poche ore dalla ripresa. Regole condivise da tutte le Regioni, Piemonte compreso, fin da giugno. Si attende ora con serenità e rispetto il giudizio definitivo. Ma resta la convinzione che cambiare le regole in corsa non sia stato rispettoso nei confronti di scuole e famiglie che si sono a lungo preparate per questa ripartenza".

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