L’ordinanza della Regione Piemonte impone alle scuole l’obbligo di misurare la temperatura agli alunni. “Il ministero ha detto che le temperature vanno prese a casa perché non è giusto che studenti contagiati utilizzino i mezzi di trasporto per arrivare a scuola”, le parole della ministra. La risposta di Cirio: "Lo Stato ha ordinato a tutti i datori di lavoro di rilevare la temperatura dei propri dipendenti. Ci chiediamo perché non farlo con le scuole"
“Non escludiamo la possibilità di aprire un contenzioso con la Regione Piemonte e impugnare il decreto del presidente Cirio”, che impone alle scuole l’obbligo di verificare la temperatura degli studenti al loro ingresso. Ad annunciarlo è stata la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in visita oggi in una scuola di Biella. "Il ministero - ha dichiarato Azzolina - ha detto che le temperature vanno prese a casa perché non è giusto che studenti contagiati utilizzino i mezzi di trasporto per arrivare a scuola. E non si può a 4 giorni dall'apertura cambiare le regole del gioco. È una questione di rispetto per le famiglie e per i dirigenti scolastici”, ha concluso la ministra. (CORONAVIRUS: TUTTI GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - MAPPE E GRAFICI DEL CONTAGIO)
Cirio: "Toccava allo Stato la misurazione della temperatura"
"Mi spiace che la ministra Azzolina abbia detto che il Governo ipotizza di impugnare l'ordinanza - risponde il presidente della Regione Alberto Cirio -. Lo Stato ha ordinato a tutti i datori di lavoro di rilevare la temperatura dei propri dipendenti. Ci chiediamo perché non farlo con le scuole. In un Paese normale lo Stato prima di obbligare gli altri obbliga se stesso, e la scuola dello Stato è una delle articolazioni". Poi ha aggiunto: "L'ufficio scolastico regionale del Piemonte ha detto che noi non ci fidiamo delle famiglie. Ma ci sono famiglie negazioniste, che ci hanno già detto che non misureranno la temperatura dei figli perché il Covid non esiste. Basta un solo bambino malato a scuola per creare un danno enorme. Ci hanno anche detto .- conclude il governatore del Piemonte - che con le nostre scelte siamo tardivi, ma noi poniamo il problema da giugno. E se lo Stato non fa nulla dobbiamo intervenire".
L’ordinanza della Regione Piemonte
Mercoledì, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha firmato un’ordinanza con cui viene imposto alle scuole di misurare la temperatura e alle famiglie di auto-certificare la rilevazione a casa. “Lo Stato lascia alla famiglia la sensibilità di misurare la febbre. Noi vogliamo che sia la scuola a misurarla al bambino, prima che questo entri a scuola”, ha spiegato il governatore. “Un bambino con la febbre a scuola è un rischio che non possiamo permetterci”, ha chiosato. (LE PAROLE DI CIRIO A SKY TG24)
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Scontro Usr-Cirio
L’ordinanza ha provocato polemiche e scontri, in particolare tra l’Ufficio scolastico regionale (Usr) e lo stesso presidente Cirio. L'iniziativa è stata infatti definita "tardiva e impropria" da Fabrizio Manca, direttore generale dell'Usr. "Le linee guida nazionali hanno affidato alle famiglie la misurazione della temperatura senza ulteriori oneri per le stesse e per le scuole. Verrebbe da dire che lo Stato ha fiducia e crede nella responsabilità genitoriale, la nostra Regione evidentemente no”, il commento di Manca. "In un paese normale la temperatura la si misura a scuola”, la replica di Cirio”.