Esplosione a Quargnento, rinviato ad ottobre il processo in Assise

Piemonte

Gli imputati, i coniugi Giovanni Vincenti e Antonella Patrucco, sono accusati di omicidio plurimo doloso aggravato per lo scoppio della cascina nel quale, nella notte tra il 4 e il 5 novembre del 2019, persero la vita i vigili del fuoco Matteo Gastaldo, Marco Triches e Antonino Candido e rimasero feriti altri due pompieri e un carabiniere

Subito un rinvio, in fase preliminare, al 16 ottobre per il processo in Corte d'Assise ai coniugi Giovanni Vincenti e Antonella Patrucco, accusati di omicidio plurimo doloso aggravato per lo scoppio doloso della cascina di Quargnento (Alessandria) nel quale, nella notte tra il 4 e il 5 novembre del 2019, persero la vita i vigili del fuoco Matteo Gastaldo, Marco Triches e Antonino Candido e rimasero feriti altri due pompieri e il carabiniere Roberto Borlengo.

La richiesta di rinvio e il processo

È stata accolta, infatti, la richiesta unanime (difesa, accusa, parti civili) di rinvio in attesa dell'imminente decisione (22 settembre) della Corte Costituzionale sulla possibilità del rito abbreviato anche per reati che prevedono l'ergastolo dopo la legge 33/2019. La stessa difesa dei Vincenti aveva sollevato il quesito sulla eventuale incostituzionalità, respinta però dal gip Bargero. Il 23 luglio Vincenti e la moglie e moglie sono già stati condannati - col rito abbreviato - a 4 anni, in continuazione, per i reati di lesioni personali, crollo doloso, truffa all'assicurazione (fraudolento danneggiamento beni assicurati), tutti aggravati, e assolti dall'accusa di calunnia.

Per Lorenzo Repetti e Vittorio Spallasso, avvocati di Vincenti, si tratta di una decisione obbligata per il prosieguo del procedimento. "Non vogliamo fuggire dal processo, ma far valere la tesi difensiva per cui Vincenti non voleva causare la morte di persone. L'accoglimento dimostra la bontà della nostra eccezione, accolta in altre parti d'Italia. Al di là del rito, si tratta di sostenere la non volontà di uccidere, il non dolo". Per Enrico Cieri, procuratore capo di Alessandria, la decisione della Corte alessandrina è ragionevole, considerati i tempi brevi della Costituzionale. "Noi abbiamo già detto che, per quanto ci riguarda, la legge è costituzionale".

In aula anche i parenti delle vittime

In aula c'era anche Alberto Gastaldo, con Elisa, la compagna del fratello Matteo "Il perdono non esiste a casa mia. Devono pagare per quello che hanno fatto. Spero non ci sia sconto di pena". Carlo Triches, papà di Marco, si aspetta il massimo della pena: "anche se mio figlio non me lo restituiscono, marciscano. Mi spiace non possano togliersi la mascherina, perché vorrei davvero guardarli in faccia".

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