"Non ho ancora letto il dispositivo, ma sembrerebbero, secondo quanto riferito da alcuni colleghi, essere state riconosciute le attenuanti generiche perché incensurati", le parole dell'avvocato
"Le pene sono quelle previste dal Codice. Non ho ancora letto il dispositivo, ma sembrerebbero, secondo quanto riferito da alcuni colleghi, essere state riconosciute le attenuanti generiche perché incensurati. Se così fosse, sarebbe fuor d'opera, visto anche quanto più volte detto dallo stesso Vincenti". L'avvocato Giovanni De Stefano, parte civile per Elena Barreca, vedova di uno dei tre vigili del fuoco morti nell'esplosione di Quargnento lo scorso novembre, commenta così la condanna a quattro anni dei coniugi Vincenti, Giovanni e Antonella Patrucco. (LA VICENDA - LE VITTIME)
L'amarezza
Secondo il legale, c'è amarezza in una giovane moglie "alla quale ho già dovuto spiegare anche le caratteristiche del rito abbreviato, difficili da comprendere per chi ha perso il marito neanche un anno fa. Non condividiamo le eventuali attenuanti generiche per la freddezza e la modalità dei fatti, senza per questo voler essere giustizialisti". L'avvocato sarà di nuovo in aula a settembre, per il via in Assise "del vero processo", quando i coniugi saranno chiamati a rispondere di omicidio plurimo doloso aggravato. La signora Barreca, vedova del vigile del fuoco Antonino Candido, era in tribunale ieri, dove ha ricevuto l'abbraccio del procuratore Enrico Cieri. "Il teorema dell'accusa è stato dimostrato in modo assoluto, grazie anche al lavoro celere di quei giorni da parte dei carabinieri. Tesi che non necessita di grande discussione. La verità è negli atti". Sulle dichiarazioni fatte da Vincenti davanti al giudice, De Stefano precisa che "fino a quando noi siamo stati in aula, nessuno ha chiesto scusa alle vittime. Né in questi mesi sono arrivate lettere o comunicazioni con dichiarazioni di essere pentiti".