Il futuro tech dell'Asia passa (anche) dalle fabbriche di microchip

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Damiano Crognali

La Malesia è una delle aree più interessanti e al tempo stesso più sottovalutate al mondo, sopratutto per quanto riguarda la tecnologia

Nel 2023 ha superato la Thailandia come la meta turistica più visitata in Asia. E per quanto riguarda la tecnologia è la regione dove le grandi aziende di microchip stanno investendo per aprire le nuove fabbriche di semiconduttori e le fonderie per i chip di nuova generazione. Nvidia ha già aperto qui una delle sue giga-factory. Lo abbiamo già documentato qualche mese fa. Ma anche Intel sta costruendo qui il suo principale centro di produzione di chip avanzati in Asia, un investimento da 7 miliardi di dollari. Per capire meglio che cosa sta accadendo in questo paese siamo volati di nuovo a Kuala Lumpur, la capitale, dove si è svolto il Tech In Asia, appuntamento di due giorni in cui si sono riuniti gli investitori, le startup e altri attori della scena tecnologia asiatica.

Startup, una crescita "incredibile"

"La Malesia sta vedendo un incredibile momento di crescita sulla scena delle startup, abbiamo portato qui per due giorni oltre 2.000 persone e almeno 800 startup", ci dice Maria Li, Coo del Tech in Asia. E la percezione che abbiamo è che la location scelta sia fin troppo piccola per la calca di gente che ha preso d’assalto l’evento. Dati alla mano, gli investimenti verso la costruzione di stabilimenti di chip, si parla di oltre 100 miliardi di dollari, stanno beneficiando anche il mondo delle startup, non solo malesi, ma anche dell'innovazione internazionali che valutano di aprire qui invece che nella vicina ma più competitiva Singapore o in Thailandia. Sull’esempio di Taiwan, quindi anche la Malesia sta lavorando a conquistare un vantaggio significativo nel settore dei chip e dei semiconduttori, puntando però sulla stabilità geopolitica che il paese può offrire, in un periodo di tensioni nell’aerea, e tra Cina e Stati Uniti, e cosi sono stati raggiunti livelli record di investimenti dall’estero, puntando anche sul fatto che la popolazione malese parla sia inglese che cinese.

Le startup malesi più interessanti

Tra le startup più interessanti malesi c’è Carsome che e’ anche l’unicorno malese del momento, si intende una startup che ha raggiunto una valutazione di 1 miliardo di dollari. È una piattaforma online che digitalizza la vendita e l’acquisto di auto usate, una idea nata dalle brutte precedenti esperienze del suo ideatore, Eric Cheng, che ha semplificato il tutto online offrendo ispezioni dettagliate, certificazioni, finanziamenti e soluzioni assicurative trasparenti e convenienti per Malesia, Indonesia, Thailandia e Singapore. Sul palco, il suo fondatore ha ricordato che come sistemare alcune cose che lo hanno portato al successo di oggi le ha capite al primo Tech in Asia svolto nella vicina Singapore. Tra le startup più interessanti c’è anche Aerodyne che fornisce servizi coi droni, per ispezioni di infrastrutture, mappature del terreno agricoltura, analisi dei dati raccolti e per le consegne. Il loro servizio è presente anche in Italia.

Tech in Asia: Le Donne Guidano l'Innovazione

Ci sono startup guidate da giovani donne con idee interessanti, come Entomal che sviluppa tecnologie per l'allevamento di insetti e prodotti arricchiti con proteine di insetti per migliorare la sicurezza alimentare premiata a livello internazionale per il suo contributo ad un futuro del nostro pianeta. Altra cosa che ha colpito la nostra attenzione è l’alta presenza di imprenditori e fondatori di startup donne, mai viste così tante ad un evento di tecnologia. Da Yanni Xinyan, di Entomal, che ha vinto la startup competition del Tech in Asia, a Eleen Kee, imprenditrice dietro Seafoody, che sta provando a sperimentare la gig economy, per capirci il modello di business dei vari delivery food al mercato della distribuzione del pesce in Malesia. Oppure la giovane designer Melly Ling fondatrice di una startup Mole che crea business card digitali che rispetto ad altre piattaforme simili sta implementando un servizio per il follow up, il contatto successivo al primo incontro delle persone che conosciamo per affari.

Oppure la giovane ragazza di Bali Camelia Venandya, di Storysage, che realizza script per video, personalizzati, con l’intelligenza artifiaciale, anche per produzioni Tv e cinematografiche in Asia.

 

La Malesia sta dunque provando a copiare i passi fatti da Taiwan. E allora, torniamo sull'isola cinese dove noi abbiamo partecipato agli ultimi due COMPUTEX, il mega evento tecnologico che si svolge a Taipei, capitale di Taiwan, e che tornerà il prossimo 20-23 maggio 2025, e la cosa che possiamo notare è che sviluppare l’infrastruttura tecnologica, porta a risultati visibili a tutti, come i computer di ASUS, una delle più note aziende di computer al mondo, che è taiwanese.

Asus

Nei laboratori Asus dove creano i nuovi nuovi dispositivi

Al margine dell’ultimo COMPUTEX abbiamo avuto la possibilità di visitare i laboratori di ASUS, dove vengono ideati e testate le prime versioni dei loro dispositivi.

I computer che vengono immessi sul mercato oltre ad avere un tocco di design italiano dato dai nostri talenti che lavorano qui, come Marco DaRos, designer, vengono poi prototipati nei laboratori BE ONE, a cui abbiamo potuto accedere in esclusiva.

 

Qui la percezione che si ha è che hanno provato a meccanizzare l’arte artigianale del tornio per creare le componenti dei computer, ma preservando quell’artigianalità nel combinare insieme effetti e materiali, ma ci segnala Marco Astori, country manager di Asus, prestando attenzione all’estetica, alla sensazione al tatto e anche all’impatto che questi dispositivi avranno sull’ambiente. Abbiamo capito che dietro la realizzazione dei computer c’è uno studio meticoloso dei diversi materiali e di vari test di design, che uniscono artigianalità della persona alla precisione della tecnologia.

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