Il nuovo visore di PICO si tuffa nella realtà virtuale con un design ben equilibrato e un hardware di tutto rispetto, risoluzione 4k, passthrough a colori, lenti pancake, angolo di visione di 105° e un prezzo inferiore al prodotto di Meta. Ci sono però diversi punti che devono essere migliorati e rifiniti, anche sul fronte software. Vi raccontiamo com'è andato il nostro test, le caratteristiche, i pro e i contro di PICO 4
di Steno Giulianelli
In un mercato sempre più affollato come quello dei visori per la realtà virtuale, con una fascia consumer che ruota attorno al Quest 2 di Meta, ecco inserirsi di prepotenza un concorrente agguerrito: il PICO 4. Un headset che promette davvero bene e che, con pregi e difetti, lascia intravedere ottime possibilità di sviluppo future in grado di sottrarre mercato al colosso di Zuckerberg
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Non è un caso che dietro questo prodotto ci sia ByteDance, l’azienda cinese proprietaria di TikTok, che nel 2021 ha rilevato la start up PICO proprio per entrare anch’essa nel metaverso
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All’interno del PICO 4 troviamo un processore Snapdragon XR2 di Qualcomm con 8 GB di Ram, nelle classiche versioni a 128 e 256 GB, risoluzione 4k pari a 4.320x2160 pixel complessivi e un angolo di visione di 105°, superiore al Quest 2
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Altro punto interessante è il passthrough a colori frutto della telecamera rgb da 16 megapixel combinata alle 4 fisheye, anche se – lo diciamo subito – non possiamo definirlo un visore adatto alla realtà aumentata: la distorsione delle immagini in questa modalità è troppo fastidiosa
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Piccoli e solidi i controller, che sfruttano la struttura ad arco anche per migliorare il tracking. Le casse sono nascoste, come nel Quest 2, nelle fasce laterali
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Troviamo poi una porta usb-c, ma manca un jack per le cuffie. Un hardware di tutto rispetto sulla carta e un impatto estetico interessante, solido e curato
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Con un peso di soli 295 grammi senza fascetta, e di 586 grammi tutto compreso, il visore è ben equilibrato nel rapporto fronte-nuca, anche se la comodità e la morbidezza dell’aggancio non ci hanno soddisfatti pienamente, con una pressione dietro la nuca e intorno agli occhi che alla lunga stanca
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La regolazione della distanza tra le pupille è invece elettronica e si cambia una volta indossato il visore attraverso il software interno: un plus gradito. Si può andare anche oltre gli intervalli standard di regolazione previsti, ma il visore vi mostrerà un avviso: attenzione perché stringendo ulteriormente le lenti potreste schiacciarvi il naso!
All'interno della confezione troverete, oltre al visore e ai controller alimentati ognuno da due batterie alcaline AA, anche un distanziatore per occhiali, un nasello, due cordini per i controller, un adattatore di alimentazione USB-C con cavo dati da USB-C a C 2.0, manuali e guide
Dove PICO 4 soffre un po’ è nella traduzione pratica della combinazione hardware e software, quando indossiamo il visore, impugnamo i controller ed entriamo nel suo mondo virtuale. Un primo impatto che risulta, in ogni caso, positivo e interessante
Il menu ricorda in parte quello visto nel Quest 2, ma la pulizia e la stabilità generale del sistema richiedono ancora un po’ di rodaggio. Giochi, filmati e app rispondono bene, pur con qualche sporadico blocco
La risoluzione e l’angolo di visione ampio sono un punto di forza, le lenti pancake aiutano sicuramente a ripulire gli artefatti di luce, ma in generale l’immagine appare un po’ scura e poco limpida, anche in situazioni che dovrebbero essere luminose e uniformi
In certi casi di sicuro non aiuta la presenza dell’effetto “griglia” tra i pixel, lo screen-door effect, fattore che unito al refresh rate base – elevabile a 90 hertz in modalità sperimentale - contribuisce purtroppo a causare il fastidioso motion sickness, la tipica nausea da realtà virtuale
Durante la nostra prova, la sensazione di nausea è emersa più di una volta non solo in giochi poco confortevoli, ad esempio quelli con duelli aerei che possono dare sensazioni sgradevoli in pochi minuti, ma anche durante una tranquilla partita di ping pong. E questo è un effetto creato da più fattori, su cui anche le impostazioni hardware pesano - paradossalmente incide anche uno dei punti di forza di PICO 4, ovvero l'angolo di visione molto ampio. Sicuramente bisognerà lavorare su questo punto in modo da ridurre questa fastidiosa sensazione
Il parco titoli del PICO 4 non è ancora ricco come quello di Meta, ma sta man mano crescendo, e arriveranno anche delle esclusive. Con un uso continuo e intensivo, la batteria del Pico 4 regala poco più di 2 ore di autonomia. Di sicuro le performance del visore viste in questa prova sono positive e lasciano ben sperare; colpisce anche il design che riesce a distribuire bene il peso del prodotto, batteria compresa, tra fronte e nuca.
Per altri aspetti, come quello della pulizia visiva, dello screen door effect e dei blocchi - seppur sporadici - l'hardware e il software di PICO 4 possono essere sicuramente rifiniti, ma il visore ha ottime potenzialità. Ridurre la sgradevole sensazione dovuta al motion sickness è una delle prime sfide. Punto importante: negli store online a fine 2022, PICO 4 vince la sfida del prezzo. Ci vogliono circa 429 euro per la versione da 128 gb contro i 449 del Quest 2
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Di certo il passo segnato da PICO 4 è nel complesso importante e lo pone legittimamente come competitor del Quest 2, con ottimi margini di miglioramento
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