Europee, Facebook introduce nuove regole sugli spot elettorali

Tecnologia
Foto di archivio (ANSA)

La piattaforma ha annunciato nuove misure per evitare interferenze da parte di paesi esteri e aumentare la trasparenza degli spot politici, che dovranno specificare chi li finanzia, quanto ha pagato e quante persone li hanno visti 

In vista delle elezioni europee di fine maggio, Facebook annuncia regole più severe sugli spot politici condivisi sulla piattaforma. Tramite una nota pubblicata sul blog ufficiale firmata dal vicepresidente Richard Allan, la compagnia ha fatto sapere che introdurrà nuovi strumenti al fine di evitare che le inserzioni pubblicitarie siano utilizzate da paesi esteri per interferire nelle elezioni (come successo con i troll russi durante le Presidenziali statunitensi del 2016) e aumentare la trasparenza degli spot politici.

Cosa prevedono le nuove misure

Il nuovo regolamento introdotto da Facebook prevede che ogni inserzionista, per poter pubblicare spot elettorali a pagamento, dovrà essere prima autorizzato dal suo paese, dimostrando identità e residenza. La registrazione dovrà essere effettuata entro metà aprile, pena il blocco degli spot. Una volta online, la piattaforma darà modo agli utenti di vedere chi ha finanziato la pubblicazione di un post, quanto ha pagato e quante persone lo hanno visto. Ogni pubblicità sarà inoltre inserita in un archivio che resterà disponibile in rete per sette anni.
I nuovi strumenti, annunciati già da qualche mese e testati in parte in occasione delle elezioni in Nigeria dello scorso febbraio, verranno applicati non solo sugli spot a sostegno di candidati o partiti, ma anche ai post e ai contenuti riguardanti tematiche strettamente legate alla politica e in grado di influenzare il voto, come ad esempio l’immigrazione. Facebook assicura infine che la copertura mediatica non sarà toccata dalle nuove regole: gli articoli giornalistici su argomenti politici saranno distinti dagli spot elettorali, anche se sponsorizzati.

Facebook rimuove 2600 pagine fake

Dopo il caso Russiagate, Facebook ha intensificato i suoi sforzi per fermare la disinformazione e le fake news sul social. Pochi giorni fa, la compagnia di Menlo Park ha comunicato di aver rimosso 2600 profili, gruppi e pagine che condividevano contenuti falsi, principalmente a sfondo politico. Gli account erano collegati a Russia, Iran, Macedoni e Kosovo, alcuni dei quali opranti anche in Italia.

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