Svolta Facebook dopo strage in Nuova Zelanda: al bando suprematismo e nazionalismo bianco

Tecnologia

Il provvedimento riguarderà anche Instagram. Il colosso non ha collegato la decisione ad un evento specifico. I  provvedimenti, però, arrivano dopo la strage Nuova Zelanda trasmessa in streaming dell’autore

Al bando tutti i contenuti che fanno riferimento al nazionalismo bianco e ai gruppi di suprematisti. Facebook corre ai ripari dopo le critiche per il ruolo della sua piattaforma social nel massacro di Christchurch, in Nuova Zelanda, lo scorso 15 marzo, introducendo nuovi divieti e paletti e dichiarandosi determinato a contrastare la diffusione di contenuti impregnati di odio razziale (IL VIDEO IN DIRETTA FACEBOOK). Saranno identificati e cancellati da tutte le sue piattaforme, compresa Instagram.

Post e messaggi al bando anche su Instagram

Una svolta, con le nuove misure che entreranno in vigore a partire dalla prossima settimana, ha poi confermato il gigante tecnologico via blog. "Negli ultimi tre mesi, le nostre conversazioni con membri della  società civile e accademici esperti in relazioni razziali in tutto il  mondo hanno confermato che il nazionalismo bianco e il separatismo non possono essere considerati fenomeni divisi dalla supremazia bianca e  dai gruppi che fomentano odio", ha sottolineato il colosso guidato da Mark Zuckerberg. "Andando avanti, non tollereremo lodi e sostegno al nazionalismo bianco e al suprematismo".

Una rehab del web

Non solo: la piattaforma social infatti non sembra a questo punto voler solo bloccare la diffusione di contenuti a rischio, ma intenderebbe anche intervenire, assumendo un ruolo attivo, nel recupero di chi quel mondo ormai insediatosi fra le pieghe del web voglia lasciarselo alle spalle. E allora Facebook dichiara di voler cominciare mettere in contatto le persone che effettuano ricerche con termini associati al suprematismo bianco con un'associazione, la 'Life After Hate', una sorta di rehab proprio per questo tipo di recupero.

Una reazione ferma e determinata quindi dopo l'ennesima tegola che si era abbattuta sulla piattaforma social quando, due settimane fa, il terrore che ha colpito al cuore la Nuova Zelanda aveva viaggiato indisturbato sui social: il killer 28enne australiano Brenton Tarrant, nel lanciare la sua missione omicida contro le due moschee di Christchurch, aveva prima postato su Twitter e altri social media il suo manifesto suprematista, poi aveva filmato e trasmesso in diretta via Fecebook il massacro, passo dopo passo, diffondendo live nell'etere la sua impresa di odio (IL VIDEO DELL'ASSALITORE PRIMA DELLA STRAGE).

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