Microsoft, motore di ricerca Bing bloccato in Cina

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Gli utenti cinesi che dal 23 gennaio 2019 provano ad accedere all’indirizzo cn.bing.com non riescono a portare a termine l’operazione e sono bloccati dal messaggio di errore: ’connessione non riuscita’

Bing, il motore di ricerca di proprietà di Microsoft lanciato nel 2009, è bloccato in Cina.
Gli esperti temono che l’inaccessibilità al servizio sia dovuta ancora una volta al Great Firewall, il programma di censura gestito dal Ministero di pubblica sicurezza della Repubblica popolare cinese.

Bing è inaccessibile in Cina

L’acceso a Bing potrebbe infatti essere stato bloccato in Cina, dopo essere rientrato tra i siti e i dati, provenienti da paesi stranieri, considerati potenzialmente sfavorevoli.
Gli utenti cinesi che dal 23 gennaio 2019 provano ad accedere all’indirizzo cn.bing.com non riescono a portare a termine l’operazione e sono bloccati dal messaggio di errore: ’connessione non riuscita’. Il blocco è stato confermato dalla società di Redmond, che ha dichiarato che “Bing è inaccessibile in Cina”.
Attualmente l’azienda è impegnata a “decidere i prossimi passi”.

Rimossi risultati razzisti e sessisti dalle ricerche di Bing

Microsoft, a seguito di alcune segnalazioni che lamentavano contenuti razzisti e sessisti all’interno del proprio motore di ricerca Bing, si è attivata prontamente migliorando l’efficacia del filtro, ideato per eliminare i risultati inappropriati.
Chris Hoffman, giornalista del portale di tecnologia How To Geek, ha fatto presente alla società che scrivendo delle parole sulla barra di ricerca di Bing apparivano dei suggerimenti e dei link irrispettosi e talvolta offensivi.
Alla chiave di ricerca ‘ebreo’, per esempio, compariva come risultato consigliato ‘ebreo malvagio’, a cui erano associati una serie di immagini e contenuti oltraggiosi rivolti alla cultura ebraica. Scrivendo la parola ‘musulmani’ o ‘gente di colore’ sulla barra principale, comparivano invece link e dati con battute e teorie sessiste.
Alle segnalazioni del reporter, Jeff Jones, dirigente dell’azienda, ha risposto spiegando che la società è al lavoro “per identificare questo materiale e evitare che compaia tra i suggerimenti”.
“Prendiamo i contenuti offensivi estremamente sul serio. Appena ci rendiamo conto di un problema, cerchiamo di risolverlo”, aggiunge Jones. 

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