'Doctor Fork', la pizza creata da Google per studiare la pubblicità

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Il marchio inventato è stato sviluppato in collaborazione con Nestlé e Ryan Elder, professore di marketing presso la Brigham Young University, per la creazione di un ambiente in cui testare lo sviluppo creativo direttamente nel mondo reale 

Il team di Google, Unskippable Labs, ha testato l'efficacia della pubblicità online creando ‘Doctor Fork’, un falso marchio di pizza. Grazie alla pubblicazione su YouTube di 33 annunci, ricreati utilizzando materiale d'archivio, il brand ha raggiunto ben 20 milioni di interazioni sulla piattaforma web.
Ben Jones, direttore creativo di Unskippable Labs, ha rilevato l’esistenza di alcune implicazioni che impediscono agli inserzionisti di testare le pubblicità non convenzionali. È comune evitare, per esempio, che lo spettatore possa visionare un annuncio dove delle persone masticano del cibo guardando direttamente verso la telecamera. Nel panorama della comunicazione pubblicitaria vigono, infatti, delle regole e dei costi che impediscono l’attuazione di strategie di marketing che divergano da una linea comune.
Google è riuscito ad aggirare le limitazioni, assumendosi la responsabilità di associare un falso marchio a degli elementi comunicativi innovativi al fine di testarne la risposta sul pubblico. “Doctor Fork può fare tutto ciò che vuole. Usiamo la libertà della pubblicità senza marchio per sperimentare, muoverci in nuove direzioni e sollevare quesiti che un marchio registrato non potrebbe permettersi”, le parole di Ben Jones.

Doctor Fork

Doctor Fork è stato sviluppato in collaborazione con Nestlé e Ryan Elder, professore di marketing presso la Brigham Young University. Gli annunci fittizi realizzati hanno come obiettivo quello di delineare delle nuove regole pubblicitarie per due differenti categorie: l’effetto dei segnali sensoriali e la percentuale di presenza umana da inserire nelle pubblicità alimentari.
Da quanto è emerso dal test, gli annunci inerenti al cibo devono puntare a stimolare l’intera gamma dei sensi dell’uomo, utilizzando tutti gli strumenti necessari alla sua realizzazione, ossia i segnali audio e quelli visivi e testuali. Per farlo è opportuno separare accuratamente le clip con immagini da quelle contenenti dei suoni; questo accorgimento ha avuto un riscontro positivo sul pubblico. È inoltre emerso che la tecnica del morso, seguita dal sorriso, per esempio, non sia l’unico modo per mostrare un’esperienza culinaria piacevole. I brand possono dunque sbizzarrissi nella realizzazione di annunci in cui il rapporto uomo-cibo possa provare ad andare oltre le esistenti regole convenzionali.

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