Meno lavoro e più consigli pratici: come stiamo usando ChatGPT?

Un tuffo dentro le conversazioni con il chatbot basato sul modello di linguaggio di Intelligenza artificiale più noto e utilizzato, ChatGPT. È stato pubblicato il primo studio statistico basato su un milione e mezzo di interazioni con gli utenti avvenute tra giugno 2024 e giugno 2025, condotto direttamente alla fonte dal Research Center del colosso OpenAI, che ha sviluppato il software. E ne sono risultati dati interessanti sia sugli utilizzatori sia sull’utilizzo. Anonimato e autorizzazioni Va, innanzitutto, fatta una doverosa premessa sull’origine e la qualità dei dati. Sono stati usati dati generati da utenti maggiorenni registrati - un milione e centomila più o meno - che hanno espresso il loro consenso all’uso delle proprie informazioni personali , e i loro contenuti sono stati analizzati da software dopo essere stati dissociati dai nomi e, quindi, mai letti da operatori umani. La popolazione di ChatGPT Lanciato a novembre 2022, ChatGPT ha conosciuto fin da subito una crescita esponenziale dei suoi utilizzatori, che oggi sono più di 750 milioni. Le informazioni demografiche sugli utenti del chat bot di OpenAI indicano che la fascia di età più presente sulla piattaforma è quella tra i 18 e i 25 anni, che corrisponde al 46 per cento del totale analizzato. Inoltre, ci sono due dati che sono da leggere in prospettiva storica. Il primo è quello relativo ai Paesi del mondo in cui si sta diffondendo più rapidamente questa intelligenza artificiale. Tra giugno 2024 e giugno 2025 sono i Paesi a reddito medio e basso quelli che hanno adottato di più ChatGPT, mentre due anni prima c’era una netta prevalenza nei Paesi ad alto reddito. La seconda è il divario di genere che è stato azzerato in pochissimo tempo, anzi. Se all’inizio della storia del chatbot di OpenAI erano soprattutto uomini gli utilizzatori, nell’ultimo periodo si è assistito a uno storico sorpasso: il 52 per cento è rappresentato da utenti che usano nomi femminili . Tutorial e scrittura E se inizialmente ChatGPT veniva interpellato tanto per motivi personali che lavorativi , oggi l’uso non lavorativo è largamente prevalente . Tutte le conversazioni degli utenti oggetto di studio sono state analizzate e i contenuti suddivisi in categorie d’uso. La più frequentata è quella che riguarda la richiesta di consigli pratici, i tutorial e le indicazioni su come fare qualcosa . Anche la ricerca di informazioni e la richiesta di scrivere dei testi sono attività molto comuni. Meno utilizzata, invece, la possibilità di realizzare contenuti multimediali, come immagini o video. Ancor meno gli utilizzi che vengono definiti di “auto-espressione” , e le finalità più tecniche, come la risoluzione di un problema matematico o la programmazione di codice . Per quanto riguarda gli usi lavorativi di ChatGPT, la scrittura è di gran lunga l'attività più comune, rappresentando il 42% delle interazioni. Circa due terzi delle richieste di scrittura riguardano, però, la modifica di un testo esistente o la sua traduzione piuttosto che la creazione di un nuovo testo da zero e le traduzioni da lingua straniera.

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Gabriele De Palma