Droni, quanto vale il mercato italiano e in che settori si utilizzano

In Campania l’Asl Napoli 2 vuole usare a breve i droni per trasportare sacche di sangue e materiale biologico in un quarto d’ora, dall’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli a quello di Casamicciola. Lo farà presto grazie al progetto Unmanned4you con mezzi FlyingBasket, per altro costruiti da una startup altoatesina diventata in pochi anni player globale nella progettazione e nello sviluppo di droni cargo per la logistica. I primi quattro voli sono andati bene e hanno spostato un carico di 5 chili. È solo uno dei molti esempi pratici della drone economy, tutto ciò che ricade sotto il cappello dell’applicazione e dell’impiego di questi piccoli mezzi volanti in passato eccessivamente esaltati ma che nel tempo stanno finalmente trovando delle destinazioni di uso realistiche e molto utili. Non senza qualche difficoltà, forse frutto di una narrazione distorta risalente ormai a una decina di anni fa. I dati del rapporto PoliMilano: il 96% del mercato costituito da ispezioni e monitoraggio In effetti, spiega l’ultimo rapporto dell’Osservatorio droni e mobilità aerea avanzata del Politecnico di Milano, il mercato italiano è quasi totalmente costituto da attività di cosiddette “aerial operations”, quelle di droni di piccola e media taglia nei settori tradizionali, come le ispezioni di linee elettriche o il monitoraggio del territorio a fini di sicurezza o documentali. Il restante 4% è dedicato a servizi di “innovative air mobility & delivery” per la consegna di merci o il trasporto passeggeri in area urbana ed extra-urbana, in lieve crescita rispetto al 2023 . Insomma, la parte del leone la fanno naturalmente i droni che ci aiutano a guardare il mondo dall’alto e ad arrivare dove faticheremmo ad arrivare . Mentre l’altro lato del sogno volante, quello del trasporto passeggeri e merci, è ancora ai primi passi. Prosegue tuttavia un sano consolidamento del numero di imprese: nel 2024 sono scese a 657 . Mediamente, ogni anno il 5% cessa l’attività, prevalentemente imprese piccole e nate di recente, contro il 2% di nuove nascite. Lo scorso anno il mercato professionale dei droni ha raggiunto in Italia i 160 milioni di euro, con una crescita del 10% rispetto al 2023. Le prime proiezioni per l’anno in corso indicano un aumento importante anche per il 2025, mentre l’80% degli addetti ai lavori prevede un’espansione significativa nei prossimi tre. I nuovi regolamenti dell’Enac e l’aneddotica del 2024 Qualcosa si muove anche perché nell’ultimo anno Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile che vigila sul settore, ha tracciato le regole per il mercato della ”innovative air mobility” in Italia, introducendo una serie di documenti e norme: le linee guida U-space , il regolamento VCA e il regolamento Sandbox. La provincia di Chieti ha ospitato la prima zona U-space in Europa; Varese, Piacenza e Ancona si sono aggiunte alle altre sei città che hanno annunciato di voler costruire un vertiporto . L’aneddotica del 2024 è dunque ricca di avvenimenti: sono stati per esempio effettuati il primo volo di Amazon Prime Air per il trasporto merci, sperimentazioni di consegna via droni della posta tra Napoli e Procida, di trasporto medico nel settore sanitario come abbiamo visto in apertura e di distribuzione di fitosanitari in quello agricolo. A novembre è stata invece annunciata la piattaforma HyperTwin, destinata a semplificare la gestione delle operazioni con droni. Nonostante questi confortanti movimenti rimangono diverse preoccupazioni per la solidità finanziaria delle imprese dell’offerta, soprattutto nel segmento di trasporto persone. E, a dirla tutta, le sperimentazioni sono ancora la maggioranza dei progetti: nei prossimi due-tre anni occorrerà trasformarle in servizi operativi. Lavorare sull’accettazione sociale “Il 2024 è stato un anno cruciale per il settore, che ha registrato avanzamenti in diversi ambiti, da quello normativo a quello applicativo e tecnologico. Nonostante i progressi tecnologici e l'evoluzione del mercato – spiega Marco Lovera, responsabile scientifico dell'Osservatorio – il settore deve ancora consolidare aspetti chiave come l'affidabilità delle operazioni, la sostenibilità economica e l'accettazione sociale. Guardando gli sviluppi positivi, il valore del mercato in Italia cresce a doppia cifra da quattro anni consecutivi e i progetti internazionali si moltiplicano rapidamente, a testimonianza del crescente interesse da parte di imprese e pubbliche amministrazioni per questa tecnologia. La vera sfida del 2025 sarà trasformare le numerose sperimentazioni in progetti concreti”. L’aspetto dell’accettazione sociale sembra altrettanto importante: le persone devono familiarizzare con gli apparecchi e con le modalità di impiego e, in futuro, di consegna. “Complessivamente, solo il 16% dei progetti con droni censiti a livello mondiale oggi è operativo – aggiunge Paola Olivares, direttrice dell’Osservatorio - nel 2025 si devono concretizzare i primi servizi, magari in contesti limitati, per dare piena attuazione alle sperimentazioni avviate negli anni scorsi. Per compiere progressi, è fondamentale intervenire sui fattori che possono aumentare la maturità dei progetti in particolare sul fronte normativo e identificare le nicchie di mercato in cui i droni possano generare chiari benefici. Gli ambiti più promettenti nel breve sono legati ad applicazioni nel segmento delle aerial operations, come ispezioni, sopralluoghi, sicurezza e sorveglianza, che potrebbero garantire la liquidità necessaria a sostenere gli investimenti necessari allo sviluppo del mercato. Di sicuro interesse anche il trasporto di materiale medicale e, a tendere, il trasporto di persone in contesti specifici”. Il mercato italiano Nel mercato professionale dei droni in Italia, la domanda pubblica continua a essere marginale, pari all’8% del valore complessivo, nonostante il 37% delle imprese dell’offerta abbia enti pubblici tra i clienti e il 45% dei progetti italiani sia in capo a pubbliche amministrazioni. Le imprese che lavorano nelle aerial operations sono in gran parte costituite da fornitori di servizi impegnate in attività di rilievi, riprese aeree e ispezioni. Buona parte ritiene essenziale un ulteriore sviluppo della normativa, che rappresenta il principale ostacolo alla crescita. Ben l’88% ritiene prioritario lavorare anche su una maggiore apertura ai voli cosiddetti “Beyond visual line of sight” , sulla semplificazione delle autorizzazioni per i voli “Visual line of sight” in area urbana e sullo sviluppo di ulteriori “Pre-defined risk assesment”. Per molte imprese è fondamentale lo sviluppo di servizi U-space e l’apertura di corridoi aerei dedicati ai droni. L’88% valuta infine importante il potenziamento di soluzioni di intelligenza artificiale e l’83% l’aumento della copertura delle reti 5G/6G per migliorare il controllo e la gestione dei droni. L’altro segmento, quello del trasporto, è composto soprattutto da produttori, il 78% delle 37 imprese attive in Italia. In quest’area, i progetti concreti come detto faticano a decollare e molti annunci finiscono in un fallimento. Anche in questo caso, il principale ostacolo è rappresentato dalla normativa, almeno per il 47% delle imprese. Per il 90% è importante lavorare sulla sensibilizzazione e il coinvolgimento delle pubbliche amministrazioni a supporto dei progetti, per l’89% sulla pianificazione e l’integrazione strategica dei servizi nella rete di mobilità e trasporto urbano, per l’86% sull’evoluzione tecnologica e il miglioramento delle soluzioni, oltre che sulla creazione di corridoi aerei dedicati. I progetti internazionali Negli ultimi anni il mercato globale dei droni commerciali ha registrato una forte crescita. Passerà da 2,13 miliardi di dollari nel 2024 a 2,34 quest’anno, con un tasso di crescita annuale composto del 9,5%. Una dinamica trainata naturalmente dai salti tecnologici, dalle evoluzioni normative, dalle applicazioni specifiche del settore e dalla crescente consapevolezza. Su scala internazionale, prosegue invece il rapporto, sono 1.882 i progetti di droni censiti tra il 2019 e il 2024. Di questi, il 69% riguarda il segmento aerial operations e il restante 31% quello dei trasporti. Complessivamente, solo il 16% dei progetti analizzati è però un servizio operativo che ha affiancato o sostituito le modalità tradizionali . Tra i più diffusi, di nuovo le ispezioni delle linee elettriche o delle infrastrutture lineari, tradizionalmente condotte con elicotteri e operatori a terra, ottimizzate grazie all’impiego dei droni. L’84% dei progetti non genera ancora ricavi concreti e continuativi per le imprese dell’offerta: nel 34% dei casi sono sperimentazioni, nel 30% dichiarazioni di intenti e nel 20% utilizzi una tantum.

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