Meta modifica ancora l’etichetta IA sui post di Facebook e Instagram: ecco cosa cambia

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Tommaso Spotti

Tommaso Spotti

©IPA/Fotogramma

L’etichetta “Informazioni IA” sui post non sarà più visibile direttamente sotto il nome degli utenti se i contenuti sono “solo modificati o editati” con tool di intelligenza artificiale. Per i contenuti generati dall’IA, invece, non ci saranno cambiamenti. Meta ha spiegato che questa decisione è arrivata per “riflettere meglio l’entità dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale” sui singoli post

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L’etichetta “Informazioni IA”, apparsa negli scorsi mesi su Instagram e Facebook, è destinata a cambiare ancora: Meta ha infatti annunciato che i contenuti “solo modificati o editati” con tool di intelligenza artificiale non avranno più l’etichetta visibile sotto il nome dell’account che li ha postati, ma sarà spostata nel menu in alto a destra delle immagini o dei video. Per i contenuti generati dall’IA, invece, non ci saranno cambiamenti. Meta ha spiegato che questa decisione è arrivata per “riflettere meglio l’entità dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale” sui singoli post. Secondo il sito specializzato TechCrunch, “rendendo più difficile trovare l'etichetta sull'IA, potrebbe essere più facile per gli utenti essere ingannati da contenuti modificati con l'IA, soprattutto perché gli strumenti di modifica diventano sempre più avanzati”.

Quella in arrivo è la seconda modifica apportata da Meta alla propria etichetta IA negli ultimi mesi, scanditi anche dalle osservazioni di alcuni fotografi secondo cui la società avrebbe contrassegnato le loro immagini come IA, pur non essendo state realizzate con l'intelligenza artificiale.

La decisione di Meta sull’etichetta IA

In un aggiornamento sul proprio blog, Meta ha spiegato di aver deciso di apportare cambiamenti all’etichetta “Informazioni IA” così da riflettere “meglio l’entità dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale utilizzata nei contenuti”. La società ha spiegato che “il nostro intento è sempre stato quello di aiutare le persone a sapere quando vedono contenuti realizzati con l'IA, e abbiamo continuato a lavorare con aziende di tutto il settore per migliorare il nostro processo di etichettatura in modo che le etichette sulle nostre piattaforme siano più in linea con le aspettative delle persone”. Dunque Meta ha deciso che “per i contenuti che rileviamo esser stati solo modificati o editati da strumenti di intelligenza artificiale, stiamo spostando l'etichetta ‘Informazioni IA’ nel menu del post”. Invece “continueremo a visualizzare l'etichetta sui contenuti che rileviamo esser stati generati da uno strumento di IA, e condivideremo se il contenuto è etichettato a causa di segnali condivisi dal settore o perché qualcuno l’ha auto-dichiarato”.

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Il precedente cambiamento dell’etichetta

Non è la prima volta, come detto, che Meta decide di apportare cambiamenti alla propria etichetta sui contenuti IA. A inizio luglio infatti era stato modificato il nome dell’etichetta, da “Made with AI” a “AI info”: la società aveva spiegato che “in precedenza abbiamo annunciato un nuovo approccio per etichettare i contenuti generati dall’IA. Parte importante di questo approccio si basa sugli indicatori standard dell’industria che altre società includono nei contenuti creati con i loro tool, che ci aiuta a determinare quando questi sono stati generati utilizzando l’intelligenza artificiale”. Tuttavia “le nostre etichette basate su questi indicatori non sono sempre allineate con le aspettative delle persone, e non forniscono sempre un sufficiente contesto". Per esempio ad "alcuni contenuti che includono piccole modifiche fatte usando l’IA come i tool di ritocco" veniva perciò applicata l’etichetta "Made with AI”.

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Meta e i post pubblici per addestrare l’IA

Intanto, Meta ha fatto sapere anche che nei prossimi addestrerà la sua intelligenza artificiale “usando contenuti pubblici condivisi da adulti su Facebook e Instagram nel Regno Unito”. Il progetto è stato definito dal Guardian “controverso”, con il quotidiano britannico che ha spiegato anche come questa pratica sia proibita dalle leggi sulla privacy nell’Unione Europea. Meta, riporta ancora il Guardian, ha fatto sapere di essersi “impegnata positivamente” con l’Information Commissioner’s Office - l’autorità pubblica che si occupa della protezione dei dati - sul progetto. Venerdì l’ICO ha reso noto di non aver concesso l’approvazione per il progetto, ma che monitorerà l’esperimento dopo che Meta avrà accettato cambiamenti al suo approccio. Il Guardian riporta ancora che gli attivisti in difesa della privacy, tra cui  Open Rights Group  e None of Your Business, sono allarmati dal piano: a luglio ORG ha accusato Meta di “trasformare tutti noi in soggetti involontari e non retribuiti per i loro esperimenti”.

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