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“Immigrati mangia-gatti”: come un rumor è diventato un caso nazionale negli Stati Uniti

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Francesco Di Blasi

Francesco Di Blasi

©Getty

La fake news secondo cui gli immigrati haitiani di Springfield, nello Stato americano dell’Ohio, starebbero mangiando gli animali domestici dei residenti è stata rilanciata da Donald Trump durante il dibattito presidenziale con Kamala Harris. La cronologia della vicenda rappresenta un esempio emblematico di come la disinformazione possa diffondersi, passando da un post su un gruppo privato su Facebook fino all’evento TV più popolare degli Stati Uniti. 

 

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Le immagini o i meme di Donald Trump che protegge oche e gatti stanno suscitando molta ilarità online, ma fanno parte dell’ultimo capitolo di una storia tragica iniziata circa un anno fa, con un incidente stradale in cui un bambino di nome Aiden Clark ha perso la vita su un bus a seguito di un incidente con un'auto guidata da un uomo haitiano con una patente non valida. Questo episodio è stato subito strumentalizzato online per alimentare sentimenti di odio contro la comunità haitiana di Springfield.

Springfield usata dalla destra Usa per attaccare le politiche migratorie

La cittadina americana dello Stato dell’Ohio, che conta circa 60 mila abitanti, è da tempo diventata un caso utilizzato dalla destra americana per attaccare le politiche migratorie negli Stati Uniti. Negli ultimi anni, infatti, nella città sono arrivati circa 15 mila immigrati haitiani, un fatto che, se da una parte ha rivitalizzato l'economia locale, portando ad esempio a una crescita degli stipendi, dall’altra ha generato conflitti sociali e malcontento in una parte della popolazione.

Da “rumor” su Facebook a caso nazionale: la cronologia di come si è diffusa la fake news

La situazione è degenerata quando, il 9 settembre, in un gruppo Facebook dedicato alla criminalità a Springfield, una ragazza del posto, Erika Lee, ha pubblicato un post accusando gli haitiani di aver ucciso e macellato il gatto della figlia di un amico. Erika Lee, intervistata da NewsGuard, ha riferito che la storia gli era stata raccontata da una vicina di casa, Kimberly Newton. Anche Newton è stata raggiunta da NewsGuard e ha riferito che il proprietario del gatto è “un conoscente di un amico”, e di aver sentito la storia dall’amico stesso. Sia l’amico a cui fa riferimento Kimberly Newton, sia il proprietario del gatto che sarebbe scomparso, restano sconosciuti.

La smentita della polizia

Nonostante le due ragazze siano fonti di seconda mano, la notizia si è rapidamente diffusa online, portando la polizia di Springfield a intervenire il 10 settembre (il giorno dopo la pubblicazione del post di Erika Lee), tramite un portavoce: “In risposta alle recenti voci che sostengono l'esistenza di attività criminali da parte della popolazione immigrata nella nostra città, desideriamo chiarire che non ci sono state segnalazioni credibili o reclami specifici di animali domestici che sono stati danneggiati, feriti o abusati dagli immigrati”.

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Altre foto e video fake diventati virali

La storia ha tuttavia continuato a diffondersi ed è stata ulteriormente amplificata quando un profilo di destra, su X, ha diffuso un video che mostrava l’arresto di una donna accusata di aver ucciso e mangiato un gatto in un’altra città dell’Ohio, qualche settimana prima. Il video è stato però presentato come se fosse stato girato a Springfield e come se la donna fosse haitiana, un fatto poi smentito dalla testata AFP, che ha verificato come la donna sia una cittadina americana. Oltre al video, è stata diffusa anche la foto di un uomo afroamericano che teneva in mano un’oca morta. Senza alcuna conferma che l’uomo fosse haitiano o che la foto fosse stata scattata a Springfield, l’immagine è stata utilizzata come ulteriore “prova” della falsa accusa. Sempre AFP ha poi dimostrato che la foto circolava dal 28 luglio sul social media Reddit e che era stata scattata a Columbus, una città a circa 70 km da Springfield.

A diffondere la falsa notizia anche Vance e Musk

La svolta decisiva nella diffusione della fake news è arrivata quando oltre 150 influencer conservatori e 23 politici repubblicani hanno iniziato a condividere la notizia, contribuendo a farla diventare virale. Tra questi il senatore e candidato vicepresidente J.D. Vance e personalità influenti come Elon Musk. La fake news ha infine trovato la sua massima esposizione mediatica quando il candidato alla presidenza americana Donald Trump, il 10 settembre, durante il dibattito presidenziale contro Kamala Harris, ha ripetuto l’accusa secondo cui gli haitiani starebbero mangiando gli animali domestici degli americani di Springfield.  

 

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A questo punto, il caso è diventato tra i più rilevanti a livello nazionale, ma a concorrere alla diffusione della fake news hanno contribuito ulteriormente una serie di immagini generate dall’intelligenza artificiale che raffigurano Donald Trump nell’atto di proteggere gatti e oche, spesso dall’assalto di persone nere. Le immagini sono state condivise sia da utenti di orientamento conservatore a supporto dell’ex presidente, sia da utenti progressisti per prendere in giro Trump. 

 

Il caso di Springfield dimostra chiaramente come la disinformazione possa diffondersi rapidamente, soprattutto quando colpisce temi emotivamente sensibili come l'affetto per gli animali domestici o la sicurezza della comunità, e viene amplificata per fini politici.

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