Scuola del futuro, lezioni anche coi videogiochi: le previsioni degli esperti
I videogiochi potrebbero contribuire alla formazione dei giovani, aiutando gli insegnanti a veicolare le informazioni soprattutto per quanto riguarda alcune materie scolastiche, fra le quali la storia
- Nel futuro i videogiochi potrebbero contribuire alla formazione dei ragazzi, aiutando gli insegnanti a veicolare le informazioni soprattutto per alcune materie scolastiche, come storia
- Si tratta di uno degli aspetti più innovativi del mondo del game. Se ne è parlato alla Apulia digital experience 2023, la prima conferenza internazionale made-in-Italy dedicata all'innovazione digitale nelle industrie creative, in programma a Bari
- "Abbiamo già realizzato dei videogame educational nelle scuole con grande successo - spiega Fabio Belsanti, ceo e founder di AgeOfGames: - la prospettiva che cambia è l'intenzione d'autore"
- "Come un buon libro, il videogame studiato per lasciare qualcosa quando il gioco termina cambia la prospettiva psicologica", evidenzia Balsanti. "Non è tanto la parte didascalica a essere importante ma quella che rimane attraverso l'esperienza diretta. Con l'interazione entra a far parte del Dna e della memoria", spiega
- "Ci sono giochi - aggiunge Antonio Brusa, fondatore di Historia Ludens - che già adesso vengono utilizzati per questi scopi e molte case editrici producono pacchetti derivanti dal game che possono essere usati in classe, per ambientarsi più facilmente in epoche lontane come quella greca o romana"
- Affinché siano utili allo scopo però "è necessaria una nuova produzione di giochi - evidenzia Brusa - affinché siano brevi, intensi e diano subito qualcosa che l'insegnante possa sfruttare come strumento di formazione"
- "Oggi - aggiunge Antonio Parente, direttore di Apulia film commission - una parte importante del settore audiovisivo è costituito dall'animazione, dal metaverso e dal game"
- Per Parente "si tratta di un'industria assolutamente sostenibile, ma che ha dei tempi e delle modalità produttive complesse sulle quali, come Paese, abbiamo il dovere di misurarci"
- "Non farlo - conclude il direttore di Apulia film commission - sarebbe un delitto e ci farebbe rimanere indietro"