IT-Alert, ecco come funziona la truffa attraverso mail o sms

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Disponibile a tutti gli effetti a partire da febbraio 2024, il sistema di allerta permetterà di diffondere allarmi pubblici che arriveranno sui dispositivi mobili di coloro che si troveranno in un’area interessata da gravi emergenze o catastrofi imminenti o in corso. Lo stesso sistema, però, è al centro di una truffa informatica

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IT-alert è un sistema di allarme pubblico di cui il nostro Paese si doterà, effettivamente, a partire da febbraio 2024. Quando sarà operativo, permetterà di diffondere allarmi pubblici che arriveranno sui dispositivi mobili di coloro che si troveranno in un’area interessata da gravi emergenze o catastrofi imminenti o in corso. In questi mesi, in diverse città italiane, si sono svolti dei test di sperimentazione, ultimo quello di Bolzano il 13 ottobre. Gli esperti però, hanno già individuato una truffa informatica legata proprio a questo sistema d’allarme.

Come funziona la truffa

Proprio in relazione ad IT-alert, infatti, può arrivare ad alcuni utenti Android un testo, ricevuto via Sms o e-mail: “A causa della possibile eruzione di un vulcano potrebbe verificarsi un terremoto nazionale. Scarica l'app per tenere d'occhio se la regione potrebbe essere colpita”. Questo l’invito a cliccare su un link per approfondire la questione. Ma, come confermano i ricercatori di D3Lab, azienda che lavora nell’ambito della sicurezza informatica, il messaggio vuole contribuire alla diffusione di un virus che, esattamente come fa il sistema di notifiche di It- Alert, è alla base di una truffa. Infatti, una volta cliccato quel link, parte il download di un file, denominato in gergo “IT- Alert.apk”, che installa sul dispositivo un malware noto come “SpyNote”. L’obiettivo principale è quello di rubare dati sensibili agli utenti, come ad esempio le informazioni bancarie. Il malware può eseguire qualsiasi operazione sullo smartphone, anche senza che l’utente abbia contezza di ciò che succede, leggendo le password e magari spostando denaro indebitamente. L’invito degli esperti informatici è quello di “prestare attenzione e a non installare nuove applicazioni che non provengono dagli store ufficiali”.

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