Altman, fondatore di ChatGpt: “Non limitare sviluppo AI. Modelli attuali non pericolosi"

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Massimo Postiglione

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Il papà di ChatGpt: “No a norme stringenti sull'intelligenza artificiale, ma i nuovi modelli dovranno tener conto dei rischi di cyber attacchi e armi biologiche”

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Sam Altman ha 38 anni, è nato a Chicago, è un brillante informatico ed è il creatore di ChatGpt, il più avanzato modello di linguaggio artificiale. Ma non solo. È tra i cofondatori e l’attuale Ceo di “Open AI”, la società no-profit che fattura un miliardo di dollari all’anno, il faro che fa luce nel futuro del settore, ancora tutto da esplorare, dell’intelligenza artificiale conversazionale. Altman è stato l’ospite d’eccezione nella prima giornata della “Italian Tech Week” di Torino, la più importante manifestazione italiana dedicata all’innovazione.

I rischi dell'intelligenza artificiale

In collegamento da San Francisco, l’imprenditore ha risposto a una serie di domande che pubblico e giornalisti specializzati gli hanno posto. A partire dai rischi che l'AI può portare: "Non credo che i modelli attuali siano così pericolosi – comincia il suo ragionamento Altman – penso invece che una sovra-normazione del settore sarebbe un peccato, perché lo limiterebbe nel suo sviluppo. Quello che succede nell’open source è sorprendente e non dovrebbe essere bloccato. Sicuramente dei rischi esistono – ammette Altman – e oggi sono legati soprattutto alla disinformazione, ma è per i modelli futuri che bisognerà fare maggiore attenzione, ad esempio per i cyber attacchi e per le armi biologiche. Questi sono rischi effettivi, ma i modelli futuri avranno un’altra portata".

"Imparare velocemente in modo più efficace"

Poi il papà di Chat Gpt si concentra sulle opportunità che l’intelligenza artificiale sta regalando e regalerà "innanzitutto nel campo dell’Istruzione. Perché c’è la possibilità di imparare molto velocemente e in modo più efficace, grazie all’AI. Nel prossimo decennio vedo strumenti che lavoreranno con gli insegnanti. Ma anche nell’ambito della salute e delle terapie si faranno grossi passi avanti. Insomma, secondo me, vedremo miglioramenti della produttività in tanti settori".

"Cambierà tutto"

A Sam Altman, che ha avuto la capacità di vedere un futuro che altri non riuscivano nemmeno ad immaginare, dal palco viene chiesta più volte una previsione del mondo che verrà. Come se lui fosse un po' più avanti e dalla sua postazione privilegiata riuscisse a vedere dietro l’angolo e oltre l’orizzonte. Lui si schermisce e glissa, ma degli squarci li regala. E così, sulle potenzialità dell’intelligenza artificiale risponde: "Penso che cambierà tutto. Bisognerà alla fine capire che cosa avrà ancora un valore e che cosa non lo avrà. Si tratterà di un cambiamento generale, sarà uno dei boom economici più forti della storia e questo sarà sicuramente molto positivo. Difficile dire – prosegue Altman – se il Pil mondiale raddoppierà o triplicherà, così come è difficile sapere quale valore avrà il denaro nel mondo della superintelligenza, ma credo che la qualità della vita degli uomini migliorerà molto".

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"Nuove possibilità per i creativi"

Infine, un passaggio Altman lo dedica anche ai creativi di professione; agli sceneggiatori di Hollywood che hanno scioperato anche per i danni che l’intelligenza artificiale ha causato e potrebbe causare ancora al loro lavoro e in modo più ampio a tutti coloro i quali sulla fantasia e sull’inventiva ancorano il loro mestiere: "Vogliamo creare modelli in cui paghiamo le persone – rassicura – in modo che tutti possano trarre un vantaggio dalla tecnologia. Però sono convinto che l’ AI generativa garantirà nuove possibilità ai creativi. E in alcuni casi potrà essere anche migliore. Agli uomini viene chiesta genialità, di questa avremo sempre bisogno".

 

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