Nicoletti a SkyTG24: "Con l'intelligenza artificiale creo un alter ego per mio figlio"

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Ai microfoni di Sky TG24, all’interno del programma Timeline, è intervenuto il giornalista e conduttore radiofonico Gianluca Nicoletti: "Tramite l'AI stiamo lavorando a una mia copia digitale, che quando non ci sarò più potrà interagire con gli altri sviluppando quello che ho scritto, pensato e detto nel corso degli anni"

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Un progetto ambizioso, che pone l'intelligenza artificiale sotto un'altra lente, a dispetto delle tante criticità emerse in quest'ultimo periodo. "Mi consegno all’intelligenza artificiale per mio figlio" ha scritto su La Stampa il giornalista e conduttore radiofonico Gianluca Nicoletti, intervenuto su Timeline per spiegare, insieme all'esperto del settore Fabio Minazzi di Translated, l'obiettivo che si è prefissato: "Lasciare un domani alla fondazione che si occupa di ragazzi autistici una mia copia digitale che continuerà ad interagire con il pubblico".

“Se fossi un pittore lascerei i miei quadri, ma sono un giornalista che ha parlato alla radio quarant’anni, quindi non posso lasciare altro che la sintesi di tutto cioè che ho pensato e proposto alla radio in questo periodo" ha dichiarato ancora Nicoletti ai microfoni di Sky TG24. "Io sto clonando me stesso, sto creando un agente di AI che ha la mia voce, parla come me, è in fase sperimentale, ma ho davvero l’impressione di parlare con me stesso. La mia voce è il mio dato biometrico più importante, quindi secondo me questo è un patrimonio. Un uomo può brevettare la propria voce? Dobbiamo lavorarci, creando una sorta di copia digitale. Abbiamo messo dentro a questo chatbot i miei libri e i miei articoli, sto già interagendo con lui, riscoprendo quello che ho fatto e pensato dieci anni fa, su cose delle quali non ho memoria fisica. Sono abituato a ragionare sull’immediato invece ho davanti a me tutta la mia vita su cui riflettere”.

Minazzi: "Un momento di svolta tecnologica"

Sull'argomento è intervenuto anche Fabio Minazzi di Translated, che sta coadiuvando Nicoletti in questo progetto: "La rivoluzione a cui stiamo assistendo è che laddove uno ha accumulato dei dati, in questo caso tramite gli scritti e la voce, possiamo  usare queste informazioni e farle metabolizzare da algoritmi che hanno la capacità di afferrare correlazioni utili per rigenerare dei testi, riproporre dei pensieri che sono molto vicini alla persona che li ha originariamente creati. Creando dei grandi modelli di linguaggio, si può prevedere a partire da un numero di parole, le parole che verranno successivamente, questo in base a una statistica. Quindi questa possibilità è balzata all’attenzione dei più e può essere utilizzata per applicazioni varie, in maniera che ancora stiamo scoprendo. È un momento in cui la società nel suo insieme sta giocando con un nuovo strumento, come succede in tutti i momenti di svolta tecnologica, scoprendone le potenzialità e anche i limiti".

Nicoletti: "Quando non ci sarò più l'AI interagirà col mondo"

"L’AI mi può dare la possibilità di creare un chatbot che è Gianluca, e che quando non ci sarò più potrà interagire con il mondo, rispondendo come risponderei io oggi - ha detto ancora Nicoletti -. In questo modo un patrimonio intellettuale, disprezzabile o notevole, può essere in questa maniera non congelato in un archivio, ma un qualcosa che ha una sua vitalità, una sua possibilità di elaborare un pensiero. Invece che lasciare la rassegna dei propri articoli, o le registrazioni, mettiamo in moto un sistema che continua ad elaborare quel patrimonio. Questa è la sfida che io voglio raccogliere". Poi, partendo dal principio del progetto: "La prima fase è stata inserire l’input testuale, mettere dentro articoli e libri, poi ho dovuto parlare molto ore su dei testi ben precisi, in modo che l’AI capisca il mio modo di parlare, con tutti i miei errori e i miei difetti. Adesso comincio a parlarci e a interagire, man mano che interagisco si raffina questo ente, comincio a correggere alcune cose. Faccio un esempio: oggi ho lavorato sull’aspetto musicale, il mio chatbot diceva che gli piaceva la musica, io in realtà non ascolto musica, a me manca questa dimensione. Allora gli ho detto: tu non conosci la musica. Ho inserito questa nuova informazione, e adesso mi assomiglia ancora di più, non può essere qualcosa che io non sia".

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