Tre genitori canadesi contro Fortnite: "Crea dipendenza, è come la cocaina"

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Secondo l’azione legale, approvata da un giudice della Corte Suprema del Quebec, il figlio di uno di questi genitori avrebbe accumulato 7.700 ore di gioco in due anni

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Tre genitori canadesi hanno denunciato Epic Games, l'azienda che produce il videogioco Fortnite, ritenendolo pericoloso, in quanto sviluppato in modo da creare una dipendenza. Adesso Fortnite deve confrontarsi con una class action. Sylvain Lussier è il giudice della Corte Suprema del Quebec in Canada che ha ritenuto ammissibile un’azione legale collettiva. Ragazzini che hanno rinunciato a mangiare, lavarsi e persino a dormire, pur di giocare un’altra partita. Questo è il desolante quadro fornito al magistrato dai tre genitori, che non hanno potuto far altro che paragonare i propri figli a tossicodipendenti in cerca della loro dose.

Uno dei ragazzi ha passato 7700 ore in due anni giocando con Fortnite

Il nodo focale è la dipendenza da videogiochi, riconosciuta dall’OMS come vera e propria malattia già dal 2018. I querelanti affermano che Fortnite è stato sviluppato in modo da creare un'elevata dipendenza, allo scopo di trattenere per quanto più tempo possibile i giocatori sulla piattaforma ed incentivarli a spendere. E a testimonianza è stato fornito un dato spaventoso alla corte da uno dei tre genitori: suo figlio ha collezionato all’incirca 7.700 ore di gioco in due anni. Vale a dire una media di almeno 10 ore al giorno dedicate al gioco, tutti i giorni, per due anni.

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Le ragioni della causa legale

"Gli effetti della dipendenza dai videogiochi, incluso Fortnite, sul cervello dei bambini sono particolarmente dannosi in quanto quando sono continuamente attaccati alle loro console, sviluppano gravi carenze nella loro capacità di integrare l'intero spettro delle emozioni umane”, si spiega nella causa. 

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La replica di Epic

La risposta di Epic imputa a un mancato controllo dei genitori la presunta dipendenza: “Fortnite dispone del migliore parental control mai implementato in un videogioco. Consente ai genitori di supervisionare, in modo molto semplice, l’esperienza digitale dei figli.” L’azienda fornisce rapporti dettagliati. “I genitori possono scegliere di ricevere rapporti dettagliati sulla quantità di tempo che i figli passano sul gioco, e possono scegliere di autorizzare personalmente ogni transazione. Combatteremo in tribunale, perché crediamo che questa causa non ha alcuna base giuridica” ha concluso l’azienda.

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