Il lancio è avvenuto grazie al razzo russo Soyuz dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan. Presto si è diffuso il sospetto dell'intelligence occidentale che il satellite possa essere utilizzato con l’obiettivo di spiare gli obiettivi militari in Ucraina. Ma Teheran ha respinto ogni accusa, riferendo che l'Iran avrà il pieno controllo e le operazioni sul satellite, progettato per la ricerca scientifica, sin “dal primo giorno”
La Russia ha lanciato in orbita quest’oggi, 9 agosto, un satellite iraniano dal Kazakistan meridionale. Ne ha dato notizia l’agenzia Reuters, spiegando che il satellite di rilevamento a distanza, soprannominato “Khayyam” dal nome del poeta e filosofo persiano dell'XI secolo Omar Khayyam, è stato lanciato da un razzo russo Soyuz dal cosmodromo di Baikonur ed è entrato in orbita con successo. La conferma è arrivata anche dall'agenzia spaziale russa Roscomos che ha diffuso un video del lancio.
Le risposte di Teheran ai sospetti dell’intelligence occidentale
Presto si è diffuso il sospetto dell'intelligence occidentale che il satellite possa essere utilizzato con l’obiettivo di spiare gli obiettivi militari in Ucraina. Ma Teheran ha respinto ogni accusa, riferendo che l'Iran avrà il pieno controllo e le operazioni sul satellite sin “dal primo giorno”. Il Washington Post, proprio la scorsa settimana, aveva riferito come i funzionari statunitensi fossero preoccupati per la nascente cooperazione spaziale tra Russia e Iran, temendo che il lancio di questo satellite non solo potesse aiutare la Russia in Ucraina, ma anche fornire all'Iran “capacità senza precedenti” per monitorare potenziali obiettivi militari in Israele. Anche in questo caso l'Iran ha fatto chiarezza, affermando che il satellite è stato progettato per la ricerca scientifica, per valutare le radiazioni e adoperarsi nel monitoraggio ambientale per scopi agricoli. Il lancio, riporta ancora la Reuters, è avvenuto tre settimane dopo che il presidente russo Vladimir Putin, aveva incontrato in Iran l'omologo Ebrahim Raisi ed il leader supremo Ayatollah, Ali Khamenei. Quest’ultimo avrebbe riferito che Teheran e Mosca avrebbero dovuto rimanere vigili contro “l'inganno occidentale”.