L’azienda russa risponde alle polemiche sull’utilizzo del popolare antivirus nella pubblica amministrazione italiana: “L’integrità e la sicurezza delle nostre soluzioni sono state più volte certificate con valutazioni indipendenti di terze parti”. Intanto però l'Ente federale tedesco per la Sicurezza nella informazione tecnica, consiglia "di sostituire l'antivirus Kaspersky con prodotti alternativi"
“I dati dei clienti italiani elaborati dai prodotti Kaspersky sono sicuri e protetti. L’integrità e la sicurezza delle soluzioni Kaspersky sono state più volte certificate con valutazioni indipendenti di terze parti che hanno confermato la sicurezza del processo di Kaspersky per lo sviluppo e il rilascio di aggiornamenti antivirus contro il rischio di modifiche non autorizzate”.
La polemica sull’antivirus
L’azienda russa Kaspersky risponde così, a Sky Tg24, alle polemiche sull’utilizzo dell’antivirus nella pubblica amministrazione italiana. Polemiche nate dalle parole di Franco Gabrielli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla Sicurezza Nazionale: “Dobbiamo liberarci dalla dipendenza tecnologica russa”, aveva detto Gabrielli parlando della possibilità che il popolare antivirus possa diventare un rischio per il nostro Paese (TUTTE LE NEWS SULLA GUERRA IN UCRAINA).
“Non siamo gli unici fornitori”
Alle nostre domande poste via mail l’azienda risponde chiarendo di non essere “il fornitore di sicurezza informatica con la percentuale di presenza maggiore all’interno della pubblica amministrazione italiana”. Kaspersky ricorda poi di avere “trasferito parte dell’infrastruttura di elaborazione dati in Svizzera, un paese con una severa legislazione sulla protezione dei dati”. E sulla partership con Ferrari, fanno sapere: "È in pausa al momento. È stata una decisione comune nella quale è stato concordato di rimuovere i loghi e sostituirli (sui caschi dei piloti) con #essereFerrari. Kaspersky rimarrà uno dei fornitori di software antivirus di Ferrari".
L’esperto: potenziali rischi da mancati aggiornamenti
Ma le parole di Gabrielli continuano a fare discutere. Due gli aspetti da tenere in considerazione secondo Alessandro Curioni, esperto di cybersecurity e docente di Sicurezza dell'informazione all’Università Cattolica di Milano.
“Il primo aspetto riguarda i rischi: i sistemi russi, in teoria, potrebbero essere un rischio. Anche se il software Kaspersky è ottimo ed è uno dei più utilizzati al mondo”. Il secondo aspetto, spiega Curioni, riguarda invece l’ambito delle sanzioni: “I software potrebbero non essere più aggiornati. E un antivirus non aggiornato è un rischio”.
L’agenzia per la cybersicurezza: rivalutiamo i rischi
Intanto la nostra Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale fa sapere che, al momento, non ci sono evidenze oggettive "dell'abbassamento della qualità dei prodotti e dei servizi forniti" dalla Russia, ma – dice – in un contesto di "crescente conflitto non si può prescindere da una rivalutazione del rischio ".