I software di Kaspersky, messi al bando nel 2017 dagli Usa, potrebbero creare un danno ai sistemi governativi italiani. A lanciare l'allarme è stato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla sicurezza nazionale, Franco Gabrielli
Non solo gas e petrolio. C’è un’altra dipendenza dalla Russia che preoccupa il governo. Quella dalla tecnologia di Mosca (TUTTE LE NEWS SULLA GUERRA IN UCRAINA). A lanciare l’allarme è stato Franco Gabrielli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla sicurezza nazionale che ha espresso preoccupazione per i sistemi antivirus prodotti dai russi e utilizzati dalle nostre pubbliche amministrazioni. “Bisogna evitare – ha detto in un'intervista al Corriere della Sera – che da strumento di protezione possano diventare strumento di attacco”.
Kaspersky, l'utilizzo in Italia e i rischi
Gabrielli non fa nomi ma il riferimento è chiaramente a Kaspersky, uno dei maggiori produttori al mondo di soluzioni per la sicurezza informatica per il pubblico e il privato. Nei giorni scorsi, ad esempio, la scuderia Ferrari ha interrotto la partnership con Kaspersky facendo scomparire il logo dell’azienda dai caschi dei piloti e dal proprio sito internet. Nel pubblico, invece, sono oltre 2000 gli enti ad avere acquistato software dell’azienda russa. Compresi Palazzo Chigi, la Farnesina e il Viminale. Da un punto di vista tecnico, fanno notare gli esperti, i rischi maggiori sono legati alla possibilità che l’antivirus lasci passare volontariamente un malware creato da Mosca, cioè un programma dannoso per i dispositivi.
La replica di Kaspersky alle accuse
L’amministratore delegato e fondatore Eugene Kaspersky ha sempre rivendicato l’indipendenza della sua azienda. Per dare garanzie ha anche creato data center in Svizzera dove ha aperto dei Centri per la trasparenza in cui governi e partner commerciali possono verificare l’integrità dei codici. Mosse che sono arrivate dopo che Kaspersky è stata già al centro di bufere geopolitiche. Nel 2017 gli Stati Uniti hanno messo al bando il software russo dalle reti civili e militari. Il sospetto era che le spie russe usassero Kaspersky per sottrarre informazioni al governo americano. Accuse, anche queste, sempre smentite da Eugene Kaspersky.
I tweet di Kaspersky sull'Ucraina
Sulla situazione attuale, invece, il numero uno dell’azienda si è limitato a due tweet in cui non viene mai menzionata la Russia: “L’unica cosa che possiamo fare in questa situazione – ha scritto – è continuare a garantire il funzionamento dei nostri prodotti e servizi in tutto il mondo”.