La compagnia di Zuckerberg è ancora al centro delle discussioni dopo la testimonianza dell'ex dipendente Haugen e i 'Facebook Papers'. Una parte della politica americana chiede uno smembramento dell'azienda. Domani ci sarà l'appuntamento annuale con gli sviluppatori: rumors ipotizzano un cambio di nome della compagnia
Facebook sta vivendo uno dei periodi più bui dalla sua fondazione. A inizio ottobre Frances Haugen, ex data scientist della compagnia, ha iniziato a raccontare al mondo intero le colpe e le falle nel sistema dell’azienda ideata da Mark Zuckerberg. Ricostruzioni che hanno trovato nei cosiddetti ‘Facebook Papers’ una prova tangibile della loro attendibilità. Secondo alcuni, l’impresa di Menlo Park ha raggiunto una dimensione e un peso sociale insostenibili da un solo gruppo di dirigenti. Per questo motivo, in attesa del Connect Facebook di domani, la senatrice democratica Elizabeth Warren rilancia via Twitter l’ipotesi di uno ‘spezzatino’.
"Veramente, veramente, veramente necessario"
“Due anni fa pensavo che ci fosse veramente bisogno di separare Facebook. Oggi penso che sia veramente, veramente, veramente necessario”, sostiene Warren. La senatrice per il Massachusetts è in carica dal gennaio 2013, all’inizio del secondo mandato di Barack Obama. Liberal progressista, era salita alle cronache come la paladina anti-Wall Street.
Domani si terrà l’annuale Connect: l’appuntamento dedicato agli sviluppatori per il quale si mormora da giorni Zuckerberg abbia un asso nella manica pronto a giocare. Numerose fonti ipotizzano un cambio di nome alla compagnia che oltre a Facebook ha sotto la sua ala Instagram, WhatsApp, Messenger e piattaforme dedicate alla realtà virtuale come Oculus. Nel 2015 Google fece una scelta simile intitolando la holding: ‘Alphabet’, così da indicare non più solo il motore di ricerca. Zuckerberg potrebbe fare una mossa come questa tentando di scrollarsi di dosso le recenti difficoltà e provando a concentrarsi per intero alla creazione del tanto agognato ‘metaverso’.