Pakistan, bloccate cinque app di appuntamenti ritenute "immorali"

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Si tratta di Tinder e Grindr, oltre a Tagged, Skout e SayHi. Le autorità locali hanno deciso di bloccarle in quanto sarebbero veicolo di contenuti ritenuti non consoni alle regole di un Paese in cui le relazioni extra-coniugali e l'omosessualità sono considerate illegali

Cinque applicazioni di appuntamenti, Tinder e Grindr tra le più conosciute e poi anche Tagged, Skout e SayHi, sono state bloccate dal governo del Pakistan in quanto ritenute veicolo di “contenuti immorali”. La prima, un'app di appuntamenti popolare in tutto il mondo, è di proprietà di Match Group, mentre Tagged e Skout sono di proprietà di Meet Group. Grindr, che si descrive come un social network e una piattaforma di appuntamenti online per persone appartenenti alla comunità LGBT, è stata venduta quest'anno da una società cinese ad un gruppo di investitori, riunito sotto il nome di “San Vicente Acquisition”, per una cifra pari a 620 milioni di dollari.

Le decisioni del governo locale

Il Pakistan, come spiega anche l’agenzia Reuters, è il secondo Paese a maggioranza musulmana nel mondo dopo l'Indonesia, ed è una nazione in cui le relazioni extra-coniugali e l'omosessualità sono considerate illegali. L’atto del governo pakistano di bloccare le cinque app viene definito, dunque, come una mossa ulteriore per tentare di frenare la diffusione di piattaforme online che si ritiene diffondano contenuti reputati non consoni dalle stesse autorità locali. Il “The Guardian” spiega che, nello specifico, l'autorità pakistana per le telecomunicazioni ha dichiarato di aver inviato comunicazioni alla direzione delle cinque app, “tenendo in considerazione gli effetti negativi dello streaming di contenuti immorali e indecenti”. L’organo ha spiegato anche che gli avvisi emessi a Tinder, Grindr, Tagged, Skout e SayHi prevedevano la rimozione dei "servizi di incontri" e la moderazione dei contenuti in live streaming in conformità con le leggi locali. Le società proprietarie delle app, inoltre, non avrebbero risposto alle comunicazioni loro inviate entro il limite stabilito dallo stesso governo pakistano.

Le polemiche dopo gli interventi delle autorità del Pakistan

Secondo i dati diffusi della società di analisi Sensor Tower, spiega ancora il “The Guardian”, Tinder è stato scaricato in Pakistan più di 440.000 volte negli ultimi 12 mesi. Grindr, Tagged e SayHi, invece, sono stati protagonisti ciascuno di circa 300.000 download e Skout ha visto 100.000 utenti installare l’applicazione sul proprio dispositivo, sempre nello stesso periodo di tempo. I critici, in seguito alla decisione governativa, hanno affermato che il Pakistan, utilizzando una recente legislazione in ambito digitale, avrebbe cercato di frenare la libera espressione su Internet, bloccando o ordinando la rimozione di contenuti ritenuti immorali e anche di notizie critiche nei confronti del governo e dei militari. A luglio, tra l’altro, il Pakistan ha emesso un "ultimo avvertimento" a TikTok sulla pubblicazione di contenuti ritenuti espliciti, mentre l'app di live streaming Bigo Live è stata bloccata per 10 giorni per lo stesso motivo. E sempre in quest’ottica, la scorsa settimana le autorità governative hanno anche chiesto a YouTube di "bloccare immediatamente i contenuti volgari, indecenti, immorali, di nudo e di incitamento all'odio” per quanto riguarda il Pakistan.

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