L'episodio risale al 2016. Rosette Pambakian accusa l'allora ceo Gregory Blatt, che avrebbe tentato di baciarla con la forza
L'ex capo del marketing (donna) di una grande società ha accusato il suo superiore di molestie sessuali. Una caso non certo inedito, che questa volta fa scalpore perché coinvolge la più nota app di incontri: Tinder.
L'accusa
Rosette Pambakian è stata vicepresidente di Tinder con la responsabilità del marketing. Ha depositato a Los Angeles una causa contro la società: l'allora ceo Gregory Blatt avrebbe tentato un pesante approccio durante una festa aziendale. Blatt avrebbe fatto esplicito riferimento ai propri organi sessuali e invitato la manager a seguirlo in un luogo appartato. Pambakian si sarebbe rifiutata. Al termine della festa, l'ex ceo ha bussato alla stanza d'hotel della donna: secondo l'accusa, "Blatt avrebbe provato a toccare con forza il seno e la parte superiore della coscia, baciandole le spalle, il collo e il petto". Ci sarebbero stati due dipendenti di Tinder testimoni della scena.
La causa a Tinder
La causa coinvolgerebbe Tinder (e non solo Blatt) per almeno due motivi. L'ex capo del marketing sostiene di essere stata allontanata dal suo incarico (lo scorso anno) dopo essersi lamentata dell'accaduto, avvenuto nel dicembre 2016. Tinder, app controllata da Match Group, avrebbe avviato un'indagine interna, che però avrebbe smentito le accuse di Pambakia, smussando i toni: l'accaduto non è stato riconosciuto come aggressione sessuale ma come atto consenziente.