Coronavirus, Lincei: app di tracciamento può favorire digital divide

Tecnologia

In un documento, la Commissione di Bioetica dell’Accademia spiega che solo il 44% degli italiani possiede competenze digitali di base. Il software potrebbe rischiare di discriminare gli analfabeti digitali

Non si placano le polemiche sulle app di tracciamento come “Immuni”, il software scelto dal governo italiano per affrontare la riapertura. Secondo la Commissione di Bioetica dell’Accademia dei Lincei, l’utilizzo del software rischia di discriminare gli analfabeti digitali. “Il digital divide non deve diventare un divide biologico”, osserva l’istituzione scientifica in un documento. “Solo il 44% degli italiani tra i 16 ed i 74 anni possiede competenze digitali di base. L’app e più efficace se ha un’alta diffusione, ma è più utilizzata dove maggiore è l’alfabetizzazione digitale e il possesso di smartphone con Bluetooth. Vi è perciò il rischio di tutelare maggiormente una particolare fascia di popolazione”. L’app “Immuni” è stata sviluppata da Bending Spoons, in sinergia con il Centro medico Santagostino. Utilizzerà il bluetooth per tracciare le persone infette dal coronavirus Sars-CoV-2, garantendone però l’anonimato.

Le raccomandazioni dell’Accademia dei Lincei

 

L’Accademia dei Lincei, inoltre, sottolinea che l’app per il tracciamento sarà davvero efficacie solo se verrà adottata da oltre il 60% della popolazione. Per raggiungere questo risultato sarà fondamentale incentivarne l’utilizzo, fornendo delle spiegazioni chiare e trasparenti, “volte ad instaurare per questo strumento tecnologico un rapporto di fiducia con i cittadini, e a tranquillizzarli sul tipo dei dati raccolti, sul loro uso, e sulla loro effettiva utilità sociale, in modo che la percentuale di cittadini che useranno l’applicazione sia sufficiente a produrre i risultati sperati”. L’Accademia, inoltre, suggerisce che i metodi di tracciamento dei contatti siano integrati da metodi di screening di massa effettuati sia mediante test genetici del virus che sierologici.

 

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App meno costosa di un’eventuale seconda ondata

 

La Commissione di Bioetica dell’accademia dei Lincei rileva che riaprire in sicurezza utilizzando l’app per il tracciamento con tamponi e test di massa costerebbe meno del dover affrontare una seconda ondata dell’epidemia. “Il costo di questa operazione sarebbe più che bilanciato dai risparmi derivanti dall’apertura con maggiore sicurezza e dalla riduzione del rischio di nuove ondate di epidemia”.

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