I responsabili di circoscrizione avrebbero dovuto trasmettere i risultati delle primarie tramite un’app, i cui malfunzionamenti hanno però provocato dei ritardi. Il software, inoltre, sarebbe legato a doppio filo ai democratici
È stata un’applicazione la responsabile dei ritardi nei risultati dei caucus dem in Iowa, che hanno provocato momenti di imbarazzo e nervosismo. Il partito democratico aveva deciso di affidarsi a un’app sviluppata da Shadow, un’organizzazione organica agli stessi democratici, per la trasmissione elettronica dei voti che avrebbe dovuto semplificare la vita ai 1678 responsabili delle circoscrizioni. Tuttavia, i presidenti dei caucus avrebbero avuto problemi a scaricare il software o a effettuare l’accesso, probabilmente anche a causa della mancanza di un training specifico, visto il poco tempo a disposizione avuto per testare l’app. Considerato l’imprevisto, in molti hanno provato a comunicare i dati telefonicamente, dando vita a un vero e proprio “pasticcio”, com’è stato definito dalla responsabile della campagna Elizabeth Warren.
Caucus Iowa, un’app causa ritardi nei risultati
I caucus democratici 2020 in Iowa che hanno dato il via alla stagione delle primarie per la Casa Bianca (COME FUNZIONANO) saranno ricordati per l’intoppo tecnologico che ha fomentato il timore di possibili hackeraggi e intrusioni in seguito ai ritardi nella trasmissione dei risultati, inizialmente annunciati senza spiegazioni. Niente di tutto ciò: come è emerso in seguito, infatti, i problemi erano legati all’app per cui i democratici dell’Iowa hanno speso ben 60.000 dollari, nella speranza di semplificare la trasmissione dei voti. In realtà, come riportato da Associated Press, il nuovo strumento è risultato un vero e proprio fiasco, con alcuni dei responsabili di circoscrizione che non avrebbero verificato il funzionamento dell’app, mentre altri si sarebbero visti comparire il messaggio “protocollo sconosciuto”. Il presidente del Partito democratio dell’Iowa Troy Price ha poi spiegato che “abbiamo scoperto che l’app ha raccolto con accuratezza i dati ma che trasmetteva solamente dati parziali”, un difetto dovuto “ad una questione di codice nel sistema di trasmissione dei dati”.
I responsabili non sapevano utilizzare l’app
Tuttavia, secondo quanto raccolto dal New York Times, entrato in contatto con alcuni dei responsabili dello sviluppo della nuova procedura, i problemi dei caucus dem in Iowa sarebbero legati al poco tempo avuto dal partito per testare il funzionamento dell’app. La notizia del software per la trasmissione dei voti è infatti emersa soltanto a gennaio, impedendo così a tutti i responsabili di circoscrizione di ricevere un training specifico sul funzionamento dell’applicazione. E pensare che l’idea iniziale era quella di far votare gli elettori direttamente con il proprio smartphone, un’ipotesi poi scartata ma che non ha evitato l’insuccesso del nuovo strumento.
Il legame tra lo sviluppatore dell’app e i dem
Le polemiche riguardanti l’app si sono poi infittite a causa delle indiscrezioni rilasciate sempre dal New York Times, secondo cui l’app non sarebbe stata distribuita attraverso i principali store ma su piattaforme di mobile testing riservate ai software non ancora ultimati, come le versioni beta. A destare ulteriori perplessità è stato il fatto che l’app sia stata sviluppata da Shadow, una società lanciata nel gennaio 2019 al fine di mettere a punto strumenti “affidabili e semplici da usare” per le campagne politiche. Quest’azienda, infatti, sarebbe affiliata ad Acronym, una no-profit che dal 2017 sviluppa strumenti digitali per i movimenti progressisti ma che ha preso le distanze dall’accaduto, dichiarando di non aver preso parte alla creazione dell’app di Shadow.