Coronavirus, Apple chiude negozi e uffici in Cina fino al 9 febbraio

Tecnologia

La decisione, che non riguarda gli store online che saranno comunque operativi, è stata presa “nel rispetto delle persone più direttamente colpite dal coronavirus e a quelle che lavorano senza sosta per contenerlo” 

Gli effetti del coronavirus (QUI tutte le notizie in live) si fanno sentire anche per i colossi della tecnologia che hanno sedi e negozi in Cina. Tra le più importanti e drastiche decisioni delle ultime ore, infatti, c’è quella di Apple che ha annunciato la chiusura di tutti i suoi negozi e uffici in Cina, in maniera temporanea e fino al 9 febbraio.

La decisione di Cupertino

Nei giorni scorsi, il Ceo Tim Cook aveva già annunciato qualche decisione in merito, affermando che uno degli store dell'azienda di Cupertino in Cina sarebbe stato chiuso, mentre nei rimanenti sarebbe stato tagliato l'orario di apertura. Inoltre il numero uno del colosso di Cupertino aveva annunciato un piano di restrizione dei viaggi del personale di Apple se la situazione si fosse aggravata. Adesso che è stata ufficialmente annunciata l’emergenza globale, l’azienda, che produce la gran parte dei suoi iPhone in Cina, ha preso questa decisione. A confermarla è anche il sito “The Verge”, che scrive come la società chiuderà tutti i suoi uffici, negozi e centri logistici nella Cina continentale fino al 9 febbraio, citando una dichiarazione fornita all’esperto di Bloomberg, Mark Gurman. Lo stesso Gurman ha twittato una nota proveniente proprio da Apple. "I nostri pensieri vanno alle persone più direttamente colpite dal coronavirus e a quelle che lavorano senza sosta per contenerlo”, si legge nella comunicazione. Quindi, anche in seguito alle segnalazioni prodotte dai massimi esperti in salute, la decisione finale di Cupertino, che comunque monitorerà in tempo reale la situazione per decidere quando riaprire i negozi fisici. L’attività commerciale, però, non si fermerà almeno sul web perché lo store online di Apple continuerà a funzionare senza interruzioni.

Google e gli altri colossi in Cina

I timori legati alla diffusione del coronavirus in Cina, hanno toccato anche altre grandi aziende presenti sul territorio. Restando nell’ambito della tecnologia il colosso cinese della telefonia Xiaomi ha già provveduto alla chiusura di alcuni punti vendita, che dovrebbero riaprire il 3 febbraio. Inoltre la presentazione dello Xiaomi Mi 10 potrebbe essere cancellata negli store fisici per dare spazio solo a quella online. Tra le altre aziende coinvolte anche Google che ha deciso di chiudere temporaneamente tutti i suoi uffici in Cina. La decisione, come rivelato da un portavoce della compagnia, è stata presa secondo le indicazioni del governo cinese. Oltre alle sedi della Cina continentale, anche quelle di Hong Kong e Taiwan sono state chiuse. Inoltre, Google ha adottato delle restrizioni temporanee ai viaggi d’affari verso la Cina e Hong Kong. La compagnia di Mountain View ha approntato anche un piano assistenza per i propri dipendenti, permettendo a chi ha dei familiari di ritorno dalla nazione asiatica di lavorare da casa per almeno 14 giorni dalla data di partenza, periodo che dovrebbe coincidere con l’incubazione del virus. Inoltre anche Toyota, Starbucks, Ikea e Mc Donald’s hanno già attivato procedura di chiusura temporanea dei propri punti vendita.  

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