Lo ha ammesso lo stesso social media in una lettera invita ai senatori degli Stati Uniti. Per l’azienda di Menlo Park, conoscere la posizione dei fruitori è importante per contrastare meglio fenomeni come la disinformazione e i crimini informatici
In una lettera inviata ai senatori degli Stati Uniti, Facebook ha rivelato che la propria piattaforma può localizzare gli utenti in qualsiasi momento, anche se questi ultimi hanno escluso l’opzione di geolocalizzazione dal proprio profilo. La missiva, che nelle ultime ore è stata condivisa moltissime volte sui social media, chiarisce che l’azienda di Menlo Park può ancora capire dove si trovano le persone anche dopo che hanno scelto di non condividere dei dati precisi sulla posizione.
La posizione di Facebook
Facebook, che ha scritto la lettera per rispondere a una richiesta di informazioni di due senatori, sostiene che conoscere la posizione degli utenti offre numerosi vantaggi: oltre a essere utile per fini pubblicitari, permette anche di contrastare meglio fenomeni come la disinformazione e i crimini informatici. Su Twitter, il senatore Josh Hawley si è espresso sul contenuto della missiva: “Facebook l’ha ammesso: è possibile essere tracciati anche se si esclude l’opzione di geolocalizzazione. È impossibile dissociarsi e non si ha il minimo controllo sulle proprie informazioni personali. È per questo che il Congresso deve agire."
In che modo Facebook localizza gli utenti?
Anche se gli utenti escludono l’opzione di geolocalizzazione, Facebook può comunque capire dove si trovano basandosi sugli indirizzi IP dei loro dispositivi e su altri indizi, come i luoghi presenti nelle foto che pubblicano o in cui sono taggati. Si tratta di dati meno precisi rispetto a quelli che il social può raccogliere quando la geolocalizzazione è attiva, ma l’azienda di Menlo Park li ritiene comunque utili per vari scopi, tra cui avvisare gli utenti quando viene rilevato un accesso all’account da un luogo insolito e limitare la diffusione delle fake news. Queste informazioni sono anche importanti per la pubblicazione sulla piattaforma di annunci pubblicitari relativi all’area in cui si trovano i fruitori, che Facebook non permette di disattivare. “Per necessità, tutti gli annunci presenti su Facebook si basano sulla localizzazione degli utenti, in modo da evitare che chi vive, per esempio, a New York riceva pubblicità relative a negozi con sede a Londra”, spiega l’azienda. Recentemente, Facebook ha dichiarato di essere pronto per il California Consumer Privacy Act (CCPA), la legge sulla privacy dei dati che entrerà in vigore in California all’inizio del 2020 e darà agli utenti il diritto di vedere quali dati i big della tecnologia raccolgono e con chi li condividono.