L'idea è del padre gesuita Robert Ballecer, una passato come consulente tecnologico e ingegnere nella Silicon Valley. L'obiettivo è quello di creare una community sana e "meno tossica" di quelle che si trovano spesso online
Robert Ballecer ha iniziato la sua carriera come consulente tecnologico e ingegnere nella Silicon Valley. Oggi è un prete e una sua iniziativa ha suscitato la curiosità della community appassionata di videogiochi dato che ha deciso di progettare un server di Minecraft, direttamente da Città del Vaticano, luogo in cui risiede. Tutto è partito quasi per gioco. Il prete aveva lanciato un sondaggio tra i suoi follower su Twitter, per proporre l’iniziativa e ha ottenuto più di 24mila interazioni. In tutto, la particolare consultazione online ha ottenuto più di mille preferenze, il 64% delle quali in favore di Minecraft. E così l’idea si è concretizzata, con lo spirito di ricreare una comunità non tossica, in cui i giocatori godano di un ambiente in cui possono esprimere la propria creatività e costruire relazioni, seppur virtuali, senza odio e insulti.
L’idea del padre gesuita
Minecraft è un gioco molto popolare, uno tra i più venduti in assoluto con oltre 480 milioni di copie vendute, dalla grafica molto semplice, lanciato nel 2009 e sviluppato dalla società Mojang, acquisita nel 2014 da Microsoft per la considerevole cifra di 2,5 miliardi di dollari. Il gioco permette di impersonare un avatar tridimensionale che può creare o distruggere blocchi di materia e costruire strutture complesse, modellando il mondo circostante a proprio piacimento. “Volevo offrire un ambiente meno tossico di quello a cui siamo abituati nell’ambito dei videogiochi. Voglio che si possano invitare persone creative, positive, con l’intento di creare un ambiente in cui ci si possa esprimere cordialmente e si possa costruire una relazione amichevole. La cosa più importante non è né la tecnologia né il gioco, si tratta solo di riunire persone in grado di spostare poi queste relazioni nel mondo reale", ha detto Ballecer al portale Rome Reports.
Il server è aperto ai giocatori
Un altro degli obiettivi di padre Robert, sacerdote gesuita, è poi quello di dimostrare che essere un buon cattolico è del tutto compatibile con la comprensione e l’utilizzo della tecnologia, ma come della medicina o di altri campi di interesse. "All'inizio c'erano molte persone che dubitavano, perché è strano vedere un prete parlare delle ultime offerte di Google o di come passare la fibra ottica attraverso l'Atlantico. Non l'hanno capito subito, ma poi la mia idea è stata compresa”, ha aggiunto. Inoltre Ballecer pensa che la Chiesa debba servirsi della tecnologia per raggiungere il maggior numero di persone. Attualmente il server è in fase di test e non è ancora pronto. Padre Ballacer ha spiegato, sempre su Twitter, che sta registrando però un alto numero di persone che entrano e poi escono dalla partita al solo scopo di mandare offline il server, che dunque è già aperto ai giocatori. Chi possiede un account Minecraft e desideri unirsi al server, puoi farlo su minecraft.digitaljesuit.com e iniziare la sua esplorazione.