Una ricerca irlandese, basata su un esperimento a ridosso di un referendum, rivela che molti elettori tendono a ricordare nei dettagli notizie false, specialmente se screditano avversari politici
L’effetto delle fake news non è soltanto immediato, ma sembrerebbe anche durare nel tempo, portando a falsi ricordi. Lo evidenzia un nuovo studio dello University College Cork, che si è concentrato sull’impatto provocato sugli elettori da notizie inventate in occasione di un referendum o una campagna elettorale. Come mostrano i risultati pubblicati su Psychological Science, l’alto coinvolgimento emotivo delle persone in contesti politici fa sì che anche le storie basate su fake news, specialmente se in linea con le proprie idee, vengano poi ricordate nei particolari, anche più delle notizie veritiere.
L’esperimento sulle fake news
Durante la settimana del referendum relativo alla legalizzazione dell’aborto in Irlanda, avvenuto nel 2018, i ricercatori dello University College Cork hanno sottoposto a 3140 elettori reclutati online sei storie riguardanti comportamenti illegali o provocatori di attivisti sia favorevoli che contrari alla proposta, dopo aver chiesto ai partecipanti come avrebbero votato. Il team ha poi rivelato agli elettori che due delle notizie lette erano inventate, chiedendo loro di provare a indovinare quali contenessero fake news. Dopo aver preso parte a un test cognitivo, circa metà dei partecipanti ha affermato di ricordare almeno una delle storie fasulle, con dovizia di dettagli che a volte andavano persino oltre quelli contenuti nella notizia inventata. I ricercatori hanno inoltre notato come gli elettori tendessero in particolar modo a memorizzare fake news riguardanti attivisti della fazione opposta alle proprie idee di voto.
Notizie false impresse nella memoria
Secondo Gillian Murphy, autore principale del lavoro, i risultati dello studio dimostrano “la facilità con cui possiamo impiantare nella nostra memoria ricordi totalmente inventati, persino dopo essere stati avvisati del rischio di aver letto una fake news”. Questo suggerisce quindi che in quelle che Murphy definisce “competizioni politiche altamente emozionali”, come ad esempio le elezioni presidenziali statunitensi del 2020, “gli elettori potrebbero ricordare notizie interamente inventate. In particolare, è probabile che ricordino gli scandali che mettono in cattiva luce il candidato avversario”.