Huawei, il monito dell’autorità britannica: “rischi per la sicurezza”

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Immagine di archivio (Getty Images)

Secondo il Financial Times, la dichiarazione porta con sé nuovi dubbi sul futuro coinvolgimento del colosso di Shenzhen nello sviluppo delle reti 5G 

Ancora problemi per Huawei in Europa. Ormai da alcuni mesi il colosso di Shenzhen è al centro di un acceso dibattito sulla cybersicurezza e in vari Paesi europei è stato escluso dalle gare per lo sviluppo delle nuove reti 5G. Nel Regno Unito, l’autorità britannica ha dichiarato di poter dare “solo una garanzia limitata che i rischi per la sicurezza a lungo termine possano essere gestiti nelle apparecchiature Huawei attualmente installate nel Paese”. L’avvertimento, divulgato dalla BBC, rappresenta il più severo tra quelli finora emessi sui rischi per la cybersecurity posti dalla società cinese delle telecomunicazioni. Per il Financial Times, la dichiarazione dell’autorità britannica porta con sé nuovi dubbi sul futuro coinvolgimento di Huawei nello sviluppo delle reti 5G. 

I timori dell’esecutivo britannico

Non è la prima occasione in cui i rapporti tra Huawei e il Regno Unito diventano tesi. Lo scorso febbraio, il Paese ha ceduto alle pressioni esercitate dagli Stati Uniti e ha escluso Huawei dalle gare per lo sviluppo delle reti 5G. In tale occasione, il quotidiano The Sun ha rivelato che vari esponenti del governo britannico ritengono il colosso di Shenzhen una minaccia per la sicurezza nazionale e temono che potrebbe hackerare le infrastrutture necessarie per la connettività di ultima generazione al fine di accedere ai dati statali e privati. L’esecutivo sta discutendo di nuove leggi sugli investimenti stranieri che in futuro potrebbero escludere Huawei dai progetti statali ‘strategicamente significativi’.

Il piano B di Huawei

In una recente intervista pubblicata sul sito Die Welt, l’amministratore delegato di Huawei Richard Yu ha spiegato che l’azienda ha già preparato un piano B nel caso in cui dovesse verificarsi una rottura definitiva con Washington. Il colosso di Shenzhen ha già preparato un proprio sistema operativo ed è pronta a utilizzarlo se dovesse diventare impossibile continuare a collaborare con Google. 

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