Mark Zuckerberg fondò il social network il 4 febbraio 2004 insieme ad alcuni compagni universitari. Oggi l’azienda è un colosso che integra più servizi, ma ha affrontato diverse controversie
La vicenda Cambridge Analytica oppure la crescita degli utili che fanno di Mark Zuckerberg il quinto uomo più ricco al mondo? Facebook sta per compiere 15 anni e il bicchiere può essere mezzo pieno o mezzo vuoto a seconda di come la si veda. Dal lancio della piattaforma avvenuto ufficialmente il 4 febbraio 2004, il pubblico ha infatti assistito a una crescita smisurata dell’azienda che negli anni è arrivata a inglobare altre piattaforme come Instagram e WhatsApp, oltre a sviluppare Facebook Messenger. Non sono mancate però, come dimostra anche il recente passato, vicende controverse che hanno minato credibilità e affidabilità del social network.
La scalata di Facebook
Era il 2004 quando Mark Zuckerberg e alcuni compagni di università fondarono Facebook, che era inizialmente concepito come un servizio per connettere tra loro gli studenti dell’Università di Harvard. L’idea fu poi estesa ad altre scuole, fino ad arrivare alla piattaforma che ha letteralmente conquistato il mondo. Oggi, oltre ad essere proprietaria del social network più popolare, l’azienda Facebook possiede anche alcune delle app di messaggistica istantanea più utilizzate a livello globale: recentemente la compagnia ha infatti annunciato che su WhatsApp e Messenger si registra un flusso di oltre 100 miliardi al giorno. Inoltre, il 2019 si è aperto con la notizia dell’utile ottenuto da Facebook nell’ultimo trimestre del 2018, con conseguente impennata delle azioni a Wall Street e entrata di Mark Zuckerberg nella top 5 delle persone più ricche al mondo.
Le ombre sul social di Zuckerberg
Al netto dei numeri che certificano il successo aziendale di Facebook, tante ombre hanno oscurato il percorso della compagnia in questi 15 anni. Il social è stato infatti coinvolto in diverse vicende che hanno messo a rischio la privacy degli utenti, in primis quella relativa a Cambridge Analytica che ha portato alla fuga dei dati di circa 87 milioni di utenti. Ci sono state poi le polemiche legate al caso Russiagate, ancora in corso, in cui è coinvolto anche Twitter, oltre all’ultima inchiesta di TechCrunch che riferiva di un’applicazione fatta installare a volontari tra 13 e 35 anni in cambio di 20 dollari per spiarne le attività eseguite con lo smartphone.