Il film Frozen insegna a comprendere il fenomeno delle valanghe

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Foto di archivio (Getty Images)
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Prendendo spunto dal popolare film Disney, un team di scienziati ha elaborato un modello matematico in grado di dare vita alla simulazione tridimensionale di una slavina più precisa e verosimile di sempre 

Tra i film di animazione realizzati dalla Disney negli ultimi anni, Frozen è indubbiamente uno dei più popolari. La storia della regina delle nevi, ispirata da una delle fiabe di Hans Christian Andersen, ha appassionato grandi e piccini, dando vita a un successo commerciale di proporzioni enormi. A distanza di anni, la pellicola continua a far parlare di sé, e non solo nel campo del cinema di animazione. Lo studio condotto da Johan Gaume, uno studioso del Politecnico federale di Losanna, Svizzera, e del Wsl Institute for Snow and Avalanche Research, ha trovato la formula matematica corretta per realizzare una simulazione di una valanga estremamente realistica e ricca di dettagli. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Nature Communications.

Simulando la realtà

Gli ingegneri dell'azienda fondata da Walt Disney sono riusciti a dare vita su schermo alla simulazione tridimensionale di una valanga più verosimile di sempre. Il modello matematico che è stato utilizzato durante la produzione del film per rendere realistico l'aspetto della neve è stato rielaborato durante la ricerca condotta da Johan Gaume e sarà molto utile in futuro per prevedere con maggiore precisione i rischi che si possono correre in montagna, nonché per creare videogiochi e cartoni animati sempre più vicini alla realtà.

I vantaggi di questa scoperta

La collaborazione con l'Università della California a Los Angeles è stata fondamentale per consentire ai ricercatori di raggiungere questo ambizioso risultato. Grazie alla simulazione in 3D è ora possibile studiare da vicino le caratteristiche del tipo di valanga più pericoloso, quella a lastroni, che ogni anno mette a repentaglio la vita di molti sciatori ed escursionisti. Johan Gaume spiega che questa slavina nasce da una frattura lineare nel manto nevoso e tende a comportarsi più come un solido che come un fluido. Grazie alla simulazione sarà possibile comprendere meglio la distanza che questa tipologia di valanghe può raggiungere, nonché la sua estensione e la pressione che esercita sugli ostacoli. 

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