
Nella storia del calcio ci sono stati pochi legami profondi come quello tra il Pibe de Oro e la città partenopea. L'arrivo del numero 10 argentino in maglia azzurra non ha solo arricchito la bacheca del club, ma ha portato orgoglio e consapevolezza ad un'intera tifoseria, che oggi si stringe nel suo ricordo. LA FOTOGALLERY
A cura di: Massimiliano de Cesare

Diego Maradona si è spento il 25 novembre 2020, all'età di 60 anni. Dopo la notizia, l'intero mondo del calcio e gli appassionati si sono stretti nel ricordo. Ci sono però due luoghi che più degli altri sono uniti nel lutto: il primo è l'Argentina, sua terra Natale, dove sono stati indetti tre giorni di lutto nazionale; il secondo Napoli, la città di adozione, quella che più di tutte lo ha amato e ne ha conservato il ricordo (e il culto)

La storia di amore ha inizio nell'estate del 1984. Maradona è ormai in piena rottura con il Barcellona e viene messo sul mercato. È il Napoli di Corrado Ferlaino la squadra più interessata al suo acquisto. La trattativa è però estenuante e si trascina sino all'ultimo giorno utile. I partenopei strappano un accordo per 13 miliardi e mezzo di lire e - secondo alcune leggende - depositano il contratto dopo la chiusura della sessione di mercato. Ancor prima di vederlo sul terreno di gioco, una città intera è in festa

Il 5 luglio, oltre 80mile persone si riversano al San Paolo pagando la quota simbolica di mille lire per assistere alla sua presentazione

Nella sua prima stagione in maglia azzurra, la squadra non si spinge oltre la metà classifica. Nonostante questo, il Pibe de Oro è già protagonista. Gioca 30 partite e mette a referto 14 gol. Considerando anche la Coppa Italia, il bottino totale conta 36 presenze e 17 reti

La seconda stagione (1985-86) non porta in dote alcun titolo, ma aumenta la consapevolezza. Gli azzurri si spingono sino al terzo posto in classifica e prendono diversi scalpi lungo il percorso. Tra questi c'è quello della Juventus. Il 3 novembre 1985, la Vecchia Signora si presenta al San Paolo da capolista, con 8 vittorie in altrettante partite. È una giornata piovosa, di quelle che non ti immagini a Napoli. Per vedere l'arcobaleno, i tifosi azzurri devono attendere il minuto numero 72: quando il numero 10 realizza uno storico calcio di punizione "a due" in area

Il terzo è l'anno buono. Nella stagione 1986/87, sotto la guida di Ottavio Bianchi, gli azzurri compiono l'impresa mai riuscita nella loro lunga storia: vincere lo scudetto. Maradona è il capitano di quella squadra

L'anno precedente, infatti, ha ereditato la fascia da Pal 'e Fierr Bruscolotti. Uno scambio che segue una promessa: portare Napoli sul tetto d'Italia

Decisiva per la cavalcata tricolore, fu la vittoria al Comunale di Torino contro la Juventus, la prima in casa dei bianconeri dopo trentadue anni di attesa. Per la certezza matematica gli azzurri dovranno attendere il 10 maggio 1987: il pareggio per 1-1 con la Fiorentina certifica la conquista del Tricolore. Successo che verrà affiancato anche dalla vittoria della Terza Coppa Italia, raggiunta con percorso netto (13 vittorie in altrettante partite)

Nelle stagioni successive gli azzurri si confermano al vertice in Italia, ma non riescono a bissare il successo. Nel 1987/88, dopo essere stati avanti per quasi tutta la stagione, cedono il passo al Milan di Arrigo Sacchi. L'anno dopo devono invece accontentarsi della piazza d'onore dietro all'Inter dei record di Mister Trapattoni

Il successo arriva però in Europa. Nel 1989, Maradona e Napoli si aggiudicano la Coppa Uefa. Dopo aver eliminato lungo il percorso Juventus e Bayern Monaco, gli azzurri trovano lo Stoccarda in finale. L'andata finisce 2-1: Maradona (su rigore) e Careca ribaltano l'iniziale vantaggio di Gaudino

Il ritorno finisce 3-3. In uno stadio invaso da bandiere e sciarpe azzurre il Napoli alza al cielo la sua prima (e al momento unica) coppa internazionale

L'estate successiva è segnata dalla rottura tra Maradona e il presidente Ferlaino. Provato dalle attenzioni dei suoi tifosi ed ai minimi termini con società e allenatore, il Pibe de Oro chiede il trasferimento. Arriva a firmare il contratto con l'Olympique Marsiglia, ma la trattativa salta per l'ostruzionismo dello stesso Ferlaino

Sostituito nella prima parte della stagione da Gianfranco Zola, Maradona fa il suo ritorno in squadra il 17 settembre 1989. Parte dalla panchina con il numero 16. Gli bastano 45 minuti per pace con il pubblico. Ad inizio ripresa prende il posto di Massimo Mauro con il Napoli sotto 2-0 (doppietta di Baggio). Il Pibe de Oro sbaglia un calcio di rigore, ma trascina comunque la squadra alla rimonta: il 3-2 firmato Corradini parte infatti da un suo calcio d'angolo.

Messi da parte i malumori, il 10 guida gli azzurri al secondo tricolore della loro storia. Complice il passo falso del Milan nella "Fatal Verona", gli uomini di Bigon rimontano in classifica nella parte finale del campionato. La vittoria matematica arriva nella sfida casalinga contro la Lazio del 29 aprile 1990

Le strade di Maradona e Napoli si incrociano anche durante i mondiali del 1990. Allo stadio San Paolo si gioca infatti la semifinale tra Argentina e Italia. Una sfida che alimenta non poche polemiche, con il pubblico sugli spalti diviso tra sostenitori della nazionale azzurra e sostenitori del Pibe de Oro. L'Argentina conquisterà il pass per la finale, poi persa contro la Germania

La stagione 1990-91 sembra iniziare nel migliore dei modi, con la vittoria nella Supercoppa Italiana ai danni della Juventus di Maifredi (5-1). Il successo si rivelerà invece solo il canto del cigno della sua avventura in azzurro. Dopo mesi travagliati, l'esperienza di Diego in Italia si conclude il 17 marzo 1991, quando un controllo antidoping lo trova positivo alla cocaina

Nonostante l'addio, però, Napoli non ha mai dimenticato il suo Re. Ancora oggi, camminando per le strade e i vicoli della città, si possono trovare murales, altarini volitivi e continui rimandi al numero 10 e a quell'età dell'oro calcistica

Nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, ad esempio, sorge l'opera dello street artist napoletano Jorit

Il 5 luglio 2017, Maradona ha ricevuto la cittadinanza onoraria dal sindaco De Magistriis in una cerimonia a Palazzo San Giacomo. A festeggiare l'onoreficenza oltre 10mila tifosi. Sono passati più di 30 anni da quei successi, ma il suo culto è più vivo che mai