Jürgen Klopp, chi è l'allenatore del Liverpool
SportIl tedesco, vincendo la Champions col Liverpool, si è tolto di dosso l’etichetta di 'perdente di successo' che lo accompagnava nonostante due titoli di Germania vinti con il Borussia Dortmund. La gioia a Madrid è arrivata a un anno dalla sconfitta di Kiev contro il Real
Adesso chiamatelo campione d'Europa. Dopo due finali perse, per Jürgen Klopp arriva la vittoria della Champions League 2018-2019, è la svolta decisiva alla sua carriera (LE FOTO DEL TRIONFO COL TOTTENHAM). Considerato da stampa e addetti ai lavori un grande allenatore, nei novanta minuti della finale, il tecnico dei Reds si è tolto di dosso l’etichetta di 'perdente di successo' che lo aveva accompagnato finora. La conquista della Coppa dei Campioni, la sesta nella storia del Liverpool, si aggiunge nella bacheca del tecnico teutonico a due campionati tedeschi (2010-2011 e 2011-2012), una Coppa di Germania (2011-2012) e due Supercoppe, tutti trofei conquistati alla guida del Borussia Dortmund. Jürgen Klopp, alzando la Champions, mette alle spalle una lunga serie di sconfitte, molte di queste in finale (come quella di un anno fa a Kiev contro il Real Madrid), a cui si somma l’ultima Premier League, sfumata nonostante il Liverpool sia riuscito a collezionare ben 97 punti. Un’occasione unica per riportare ad Anfield un titolo che manca dal 1991. L'amarezza è stata ampiamente cancellata dal successo al Wanda Metropolitano contro il Tottenham di Pochettino.
Seconda finale vinta su otto
Nella sua carriera di allenatore, Jürgen Klopp ha giocato otto finali (4 con il Borussia Dortmund e 4 con il Liverpool), riuscendo a vincerne due. In tutti questi scontri, ad eccezione della finale di Madrid e della Coppa di Germania del 2012 contro il Bayern Monaco (vinta con il Borussia Dortmund per 5 a 2), il tecnico tedesco ha dovuto affrontare i novanta minuti decisivi senza il favore dei pronostici. Anche nella finale di Europa League del 2016, infatti, persa dal Liverpool contro il Siviglia, i Reds erano considerati più o meno alla pari degli spagnoli, che però potevano contare su una grande tradizione nella competizione (avevano vinto le due edizioni precedenti). Nell’ottava finale della carriera del tecnico tedesco, la sua squadra ha rispettato i pronostici che la vedevano favorita grazie all’incredibile cavalcata con la quale i suoi giocatori si sono meritati l’accesso alla partita di Madrid. In questa edizione della Champions League il Liverpool, dopo aver superato il girone con qualche affanno, ha eliminato il Bayern Monaco agli ottavi, il Porto ai quarti e il Barcellona in semifinale con una storica rimonta, che ha ribaltato il 3 a 0 dell’andata. In finale, Salah e Origi hanno spazzato via il Tottenham, l’ultimo ostacolo tra Klopp e la coppa dalle grandi orecchie.
Allenatore-calciatore
Quella con il Tottenham è stata per Klopp la seconda finale consecutiva di Champions League, la terza in totale, un traguardo di cui si possono fregiare pochissimi allenatori nella storia del calcio. Un risultato incredibile, soprattutto se si considera che la sua storia da tecnico è iniziata quasi per caso. Nato a Stoccarda nel 1967, Klopp è diventato allenatore nel 2001, dopo un’intera carriera da calciatore nelle fila del Mainz, dove nasce attaccante per poi essere convertito a difensore. Quando arriva in panchina, lo fa ancora con gli scarpini da gioco ben allacciati: a seguito delle dimissioni dell’allenatore Wolfgang Frank, infatti, il direttore sportivo Christian Heidel, dopo una serie di rifiuti, decide di affidare la squadra proprio al veterano Klopp che si mette a disposizione nel nuovo ruolo. Nonostante non abbia alcuna esperienza da tecnico, il tedesco prende la squadra in terz’ultima posizione e riesce nelle prime sei partite della sua gestione a conquistare cinque vittorie e un pareggio, salvando il Mainz dalla retrocessione in terza divisione con tre giornate d’anticipo. Da quel momento comincia la crescita esponenziale di Klopp che, negli anni, riesce a dare forma a una precisa idea di calcio che prevede una squadra molto corta, la difesa alta e un’incredibile intensità. Klopp, infatti, è uno di quegli allenatori che al palleggio preferisce l’aggressività portata all’estremo per un recupero palla veloce da sfruttare al meglio con continue verticalizzazioni. Un’idea di calcio che gli permette di farsi conoscere a livello internazionale grazie ai 'ragazzi' del Borussia Dortmund e che trova una sublimazione definitiva con l’ultimo biennio del Liverpool.
Dall’Iduna Park ad Anfield
Dopo l’esperienza al Mainz, con il quale nella stagione 2005-2006 ottiene una storica qualificazione alla Coppa UEFA, nel 2008 si trasferisce in Vestfalia al Borussia Dortmund con l’obiettivo di migliorare il tredicesimo posto in Bundesliga ottenuto nell'annata precedente. Nei setti anni successivi riesce a fare molto di meglio, riportando il club a vincere il campionato nel 2011, a nove anni di distanza dall’ultimo, e conquistando una finale di Champions League nel 2013, persa per 2 a 1 contro il Bayern Monaco con il gol decisivo all’89esimo minuto. Negli anni in Vestfalia, come aveva già fatto in precedenza al Mainz, riesce ad instaurare un grande rapporto con la piazza che dagli spalti dell’Iduna Park gli riconosce grandi doti carismatiche che infondono alla squadra grinta, cuore e passione. A testimonianza di questo legame i tifosi del Borussia, nel 2015, nell’ultima partita prima dell’addio, nonostante un campionato mediocre e la sconfitta nella coppa di Lega, gli dedicano una grande coreografia per ringraziarlo. L’anno successivo approda ad Anfield, il leggendario stadio del Liverpool, dove in poco tempo riesce a guadagnarsi la fiducia di tifosi e squadra. Finora nella sua esperienza in Premer League ha collezionato un ottavo posto, due quarte piazze e una seconda posizione. Con la conquista della Champions, Klopp è entrato definitivamente nel cuore della Kop.