
Non esiste film o serie tv a tema collegiale Usa senza almeno una cheerleader tra i protagonisti. Ma questo sport che unisce elementi di ginnastica, danza e acrobazia piace molto anche in Italia, dove dal 2013 esiste la Federazione italiana cheerleading e cheerdance. Nato negli States a fine Ottocento, ha una lunga storia

Il cheerleading negli Stati Uniti conta oltre 1 milione e mezzo di partecipanti, esclusi gli atleti delle scuole e dei college, a dimostrazione di essere uno degli sport più praticati nel Paese

Poco dopo l'Università del Minnesota decise di organizzare una squadra di sei studenti maschi, che continuarono a usare i cori di Campbell. Nel 1903, invece, nacque proprio la prima organizzazione di cheerleading, "Gamma Sigma"

Da metà anni '70 iniziò la trasformazione dell'immagine, partendo dall'esempio lanciato dalla squadra di supporto ai Dallas Cowboys. Dal decennio successivo cambiarono anche le uniformi, sempre più corte

Nel 2015 si sono unite la Ficad (Federazione italiana cheerleading acrobatico e dance) e Fisac (Federazione italiana sport acrobatici e coreografici)

Nel Dpcm anti-Covid del 18 ottobre è stato espressamente inserito il cheerleading come sport da non praticare, fino a nuova comunicazione, nella sua espressione dilettantistica

È stato poi chiarito che le atlete e gli atleti tesserati alle federazioni, con visita medica superata, possono svolgere le loro attività sempre rispettando le norme per evitare il contagio da coronavirus

Un momento difficile anche per il cheerleading condiviso con gli altri sport, che si vedono privati dall'organizzazione di una programmazione sicura di gare. Al momento è tutto rinviato al 2021