Originario di Imperia, 19 anni, faceva parte della squadra Hagens Berman Jayco. Privitera è caduto in discesa perdendo il casco e sbattendo la testa contro un cancello. Subito soccorso, il giovane ciclista è morto nella serata di ieri all’ospedale Parini di Aosta
Aveva 19 anni Samuele Privitera, giovane promessa del ciclismo italiano morto il 16 luglio mentre partecipava alla prima tappa del 61° Giro Ciclistico della Valle d'Aosta - Mont Blanc under 23. Privitera è caduto a Pontey dopo essere stato probabilmente sbalzato fuori sella dall’impatto con un dosso. Il ciclista ha perso il caschetto di protezione e ha sbattuto violentemente la testa contro un cancello, riportando un trauma cranico apparso fin da subito molto grave. Immediatamente soccorso da un'ambulanza del Giro e dai medici del 118 che lo hanno rianimato, è poi morto nella serata di ieri all'ospedale Parini di Aosta.
Seconda tappa Giro annullata
Samuele Privitera faceva parte della squadra Hagens Berman Jayco. In seguito alla tragedia, la seconda tappa in programma oggi è stata annullata e il comitato organizzatore del Giro della Valle d'Aosta ha deciso di lasciare "libertà di scelta alle squadre se proseguire la corsa a partire dalla terza tappa". Gli organizzatori hanno anche precisato che "la dinamica dell'incidente è ancora da chiarire ed è al vaglio delle autorità di pubblica sicurezza". "La corsa - aggiunge la società ciclistica - riprenderà con la terza tappa, in programma venerdì 18, la Pré Saint Didier-Colle del Gran San Bernardo, che sarà preceduta da un momento di raccoglimento e il tratto iniziale della tappa sarà neutralizzato in memoria di Samuele. Fino al termine della manifestazione tutte le cerimonie protocollari sono cancellate".
Il ricordo della squadra
"Samuele era e sarà sempre il cuore e la personalità di questa squadra. Questa squadra è sempre stata una piccola famiglia, e momenti come questo sono inimmaginabili. Era insostituibile. La sua gioia, il suo spirito, la sua gentilezza, erano sempre una luce brillante in qualsiasi stanza o gara in cui si trovasse in quel momento. Perderlo è devastante oltre ogni parola". Così Axel Merckx, patron del team Hagens Berman Jayco nonché ex ciclista professionista e figlio di Eddy, ricorda su Instagram il giovane ciclista morto. "Personalmente, faccio fatica a esprimere la tristezza che provo, ma sono profondamente grato per ogni momento condiviso con lui e per la gioia che ha portato alla nostra squadra ogni singolo giorno. Amava la bicicletta, amava la fotocamera, amava sorridere, amava ridere, ma soprattutto amava la sua famiglia e i suoi compagni di squadra".