Calcio femminile, lettera alla Fifa da 106 calciatrici. Pedersen: "No allo sportwashing"

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L'atleta dell’Inter è tra le firmatarie di una lettera indirizzata al presidente del massimo organismo calcistico internazionale, Gianni Infantino, in cui si chiede di interrompere i rapporti con la compagnia saudita Aramco, accusata di violazioni dei diritti umani. La missiva, sostenuta da atlete di 24 Paesi, denuncia lo sportwashing arabo e chiede maggiore attenzione verso il trattamento delle donne

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C’è anche un’interista tra le 106 calciatrici firmatarie della lettera a Gianni Infantino, presidente della Fifa, in cui si chiede di “rompere i rapporti” con la compagnia petrolifera saudita Aramco, tra gli sponsor principali della federazione internazionale calcistica. Si tratta di Sofie Junge Pedersen, danese che veste la numero 4 nerazzurra. “I valori non sono solo parole da scrivere su una pagina: è necessario viverli e sostenerli”, ha detto in un’intervista all’Ansa in cui se la prende con quello che nella missiva è stato definito “un regime autocratico”. Perché “viola in maniera sistematica i diritti delle donne e criminalizza la comunità Lgtbqi+".

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Pedersen è stata tra le promotrici principali dell’iniziativa, a cui hanno partecipato professioniste di 24 Paesi diversi. C’è anche l’Italia con la firma della romanista e capitana della Nazionale Elena Linari. Cruciali poi i contributi dell'olandese Tessel Middag e della neozelandese Katie Rood. “Ci siamo trovate insieme un giorno”, racconta la danese di Aarhus, “Ne abbiamo parlato, abbiamo iniziato a contattare altre ragazze che conoscevamo. E tutto è cresciuto”.

"Sportwashing? Un modo di distrarre dal trattamento delle donne"

Il tema fondamentale portato all’attenzione di Infantino riguarda la pratica dello sportwashing arabo. Un modo tramite il calcio e le altre discipline “di distrarre dal trattamento dannoso riservato alle donne e al pianeta”, secondo le calciatrici. La loro iniziativa è stata sostenuta dall’associazione no profit Athletes of world, che si occupa della difesa del pianeta attraverso “campagne di sostenibilità promosse dagli atleti”, come si legge sul loro sito.

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"Solidarietà alle donne saudite"

Nei programmi per il futuro sportivo dell’Arabia Saudita rientra un’apertura maggiore verso le donne. “È estremamente positivo che ci siano buone condizioni nel campionato di calcio femminile saudita e qualche progresso in materia di diritti”, ha sottolineato Pedersen. “Ma ciò non significa che tutte le donne saudite siano trattate in questo modo, e che dovremmo chiudere un occhio di fronte alle violazioni. Era logico per noi calciatrici esprimere solidarietà alle donne dell'Arabia Saudita i cui diritti non sono rispettati, specialmente quelle che sono incarcerate per aver espresso pacificamente le loro opinioni", ha concluso.

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