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Luca Salvadori, la denuncia del padre dopo la morte: "Barriere messe in modo criminale"

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Maurizio Salvadori parla dell'incidente in un video pubblicato sul canale YouTube del figlio: "Non esistono immagini ufficiali se non quelle dalla moto di Luca e dalle moto che lo seguivano. C'è però un'inchiesta in corso e non sono al momento utilizzabili. Io le ho viste e mi sento di dover parlare di una argomento delicato che è quello della sicurezza, che merita di essere portato avanti"

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A quasi un mese dalla morte del pilota Luca Salvadori, che ha perso la vita in un incidente sul circuito stradale di Frohburg, in Germania, tocca al padre Maurizio tornare a parlare di quella tragica giornata. Lo fa con un video pubblicato sul canale YouTube del figlio, tirando in ballo responsabilità e misure di sicurezza forse non adeguatamente rispettate: "Mi sento in imbarazzo a invadere quello che era e che rimane il campo di Luca, sono abituato a lavorare dietro le quinte", esordisce Maurizio Salvadori. "Ho deciso di parlare perché mi sento in dovere di ringraziare tutti voi per la partecipazione che Luca ha ricevuto e per le migliaia di messaggi, la maggior parte di sconosciuti, che sono arrivati e che sono stati di conforto. Prima tutti voi eravate un grande numero che decretava il successo di Luca. In realtà ho capito che questi numeri rappresentano delle persone che formano una grande famiglia".

 

"Il tema della sicurezza deve essere portato avanti"

"Mi hanno chiesto come sia stato possibile un incidente del genere. Non esistono immagini ufficiali se non quelle dalla moto di Luca e dalle moto che lo seguivano. C'è però un'inchiesta in corso e non sono al momento utilizzabili. Io le ho viste e mi sento di dover parlare di una argomento delicato che è quello della sicurezza", spiega ancora Salvadori. "Luca era perfettamente cosciente dei rischi. Il contatto tra due moto è una fatalità, però mi sento di dire che le barriere di protezione che sono state predisposte fuori da quella curva sono state predisposte in modo criminale. Perciò questa sarà la mia missione. Non sono il papà che cerca a tutti i costi un colpevole per la morte del figlio, però il tema della sicurezza deve essere portato avanti".

"Non si può giocare con la vita di pilloti animati dall'entusiasmo"

"Ci sono rischi diversi fra il correre in pista o in strada, ma questo non toglie che chi organizza debba fare il possibile per garantire il massimo della sicurezza. Non si può improvvisare", ribadisce Salvadori. "Il mio unico scopo è che tragedie del genere in futuro si riducano e che si faccia il massimo per evitarle, cosa che fino a oggi non è stata fatta. Ho parlato con alcuni piloti che seguivano Luca e che, dopo l'incidente, mi hanno detto di essere intenzionati a smettere. Non si può giocare con la vita dei piloti animati da sacro e sano entusiasmo ma che si affidano a organizzazioni del tutto incompetenti".

 

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