Olimpiadi, pugile Imane Khelif sul ring femminile contro Angela Carini: è polemica
SportOcchi puntati sull'ottavo di finale della categoria +66 kg del pugilato femminile di domani. Sul ring è attesa la nostra azzurra che dovrà sfidare l'algerina esclusa dai Mondiali di Nuova Delhi del 2023 per non aver superato il "gender test". L'atleta è stata però ammessa dal Cio - dopo una nuova verifica dei livelli ormonali che rispettano i parametri del Comitato olimpico internazionale - alle competizioni di Parigi. Ma la decisione ha scatenato le critiche. Abodi: "Non garantita gara equa"
Polemica sull’ottavo di finale della categoria +66 kg del pugilato femminile, in programma per domani, giovedì 1 agosto, alle Olimpiadi di Parigi. Sul ring è attesa la nostra Angela Carini che dovrà sfidare l'algerina Imane Khelif che è al centro di varie polemiche, fra controlli sul testosterone risultati troppo alti per una competizione femminile, e i test che l'anno scorso avrebbero evidenziato cromosomi XY nel suo organismo. Khelif del resto era stata esclusa dai Mondiali di Nuova Delhi per non aver superato il "gender test", ma è stata ammessa dal Cio a queste Olimpiadi - nei suoi documenti anagrafici non risulta alcun cambio di sesso e ha superato una nuova verifica dei livelli ormonali -. Domani quindi affronterà l'azzurra nella categoria pesi welter, ma la decisione ora sta attirando critiche da più parti (TUTTE LE NEWS LIVE SULLE OLIMPIADI).
Coni: "Cio garantisca diritti e regole sanitarie"
"Il Coni si è attivato con il Comitato olimpico internazionale affinché i diritti di tutti gli atleti e le atlete siano conformi alla Carta Olimpica e ai regolamenti sanitari", ha scritto il Comitato olimpico italiano in una nota, senza però alcun riferimento esplicito a Khelif.
Le reazioni della politica italiana
"Trovo poco comprensibile che non ci sia un allineamento nei parametri dei valori minimi ormonali a livello internazionale, che includa quindi europei, mondiali e Olimpiadi", ha sottolineato poi il ministro per lo sport, Andrea Abodi, aggiungendo: "Nell'evento che rappresenta i più alti valori dello sport si devono poter garantire la sicurezza di atleti e atlete, e il rispetto dell'equa competizione dal punto di vista agonistico. Domani, per Angela Carini non sarà così". Mentre Eugenia Roccella, ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, sottolinea: "Desta grande preoccupazione sapere che in gare di pugilato femminili alle Olimpiadi siano stati ammessi uomini che si identificano come donne, esclusi in competizioni recenti. Sorprende che non vi siano, a livello internazionale, criteri certi, rigorosi e uniformi, e che proprio alle Olimpiadi, evento simbolo della lealtà sportiva, possa esserci il sospetto, e assai più del sospetto, di una competizione impari e persino potenzialmente rischiosa per una dei contendenti". Questo invece il commento del presidente del Senato Ignazio La Russa su Facebook: "Boxe: un transgender algerino contro una donna italiana ai Giochi olimpici…È politicamente scorretto dire che tifo per la donna?".
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Angela Carini: "Decide Cio, io mi adeguo"
Sul caso oggi sono arrivate anche le parole della stessa Carini, che, pensando all’incontro di domani, ragiona così: "Io devo adeguarmi a quello che ha deciso il Cio, quindi domani andrò sul ring e darò tutta me stessa". Dall'entourage della nazionale di pugilato filtra comunque preoccupazione per quanto potrà succedere, mentre il presidente della Fpi Flavio D'Ambrosi preferisce affidarsi "a un silenzio istituzionale".
Le tappe del caso
Khelif è arrivata alle Olimpiadi dopo che, come detto, era stata squalificata dai mondiali di Nuova Delhi del 2023, dove dopo un test medico era emerso un tasso di testosterone troppo alto per partecipare a una competizione femminile. L'atleta aveva parlato di "complotto", sostenendo di essere una "donna che con le donne deve boxare". Il presidente dell’Iba però la pensava diversamente: "Abbiamo trovato cromosomi XY nel suo sangue", facendo intendere quindi che fosse nata uomo. Ma il Comitato olimpico algerino aveva confermato che si trattava di una "donna che deve gareggiare con le donne", e aveva detto subito che l’avrebbe iscritta ai Giochi olimpici. Ed eccoci quindi a Parigi, con Imane che è stata iscritta e con il Cio che ha autorizzato la sua partecipazione. "Sono donne nel loro sport e abbiamo stabilito che si tratta di donne", ha detto il portavoce del Cio, Mark Adams, dopo che sono state effettuate le analisi sul livello del testosterone: la soglia di secrezioni ormonali in circolo che deve essere inferiore alle 10nmol/L nei 12 mesi precedenti ai Giochi e per tutta la durata stessa dell'edizione a Cinque Cerchi.