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Eni partner di Milano-Cortina 2026: verso un'eredità non solo sportiva

Sport

Nicola Paolella

Tempi e costi della transizione ecologia e soprattutto le Olimpiadi e paralimpiadi di Milano-Cortina gli argomenti che hanno alimentato l’evento moderato da Federica Masolin di Sky Sport. Ospite la sciatrice azzurra Sofia Goggia: "Io, determinata nonostante le difficoltà"

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Nel tempio della velocità non poteva mancare la donna più veloce al mondo sugli sci. Sofia Goggia non è solo campionessa olimpica e del mondo di discesa libera, ma è una soprattutto rappresentante di quell’Italia che non si arrende di fronte alle difficoltà, alle avversità. Così l’azzurra, quasi commossa, ha raccontato, nel corso della conferenza stampa organizzata da Eni all’autodromo nazionale di Monza, alcuni passaggi della sua vita, soprattutto quella vissuta con gli sci ai piedi. “Sono sempre stata molto determinata nonostante gli infortuni e i momenti no che pure sono stati tanti e duri”, ha raccontato Goggia, che spera di "essere più continua nelle prestazioni per poter esprimere tutto il mio potenziale”.

Verso Milano-Cortina 2026

Momenti di emozione ai quali si sono facilmente aggiunti riferimenti a Milano-Cortina 2026, Olimpiadi e Paralimpiadi invernali di cui Eni sarà premium partner, evento ormai alle porte i cui lavori sono già partiti. “I nostri percorsi e quelli dello sport si incrociano da 70 anni”, ha dichiarato Giuseppe Ricci, direttore generale energy evolution di Eni: “Inclusione, collaborazione, lavoro in team, sono valori che sentiamo nostri, ecco perché siamo partner dell’evento e anche perché c’è un discorso di costruzione dell’evento stesso al quale teniamo a partecipare dando il nostro contributo soprattutto nel campo della sostenibilità, cercando di spostare poi gli obiettivi di crescita e sviluppo a tutto il Paese". "Pensiamo che un evento simile debba avere un impatto culturale positivo da Nord a Sud”. Sulla stessa lunghezza d’onda Andrea Monti, direttore comunicazione di Milano-Cortina 2026: “L’idea è di lasciare un’eredità dal punto di vista sportivo, ma anche e soprattutto in termini di idee. Il villaggio olimpico infatti è stato pensato per essere, dopo le Olimpiadi, uno studentato. Questo è l’unico modo per affrontare questo evento ai nostri giorni”.

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