Real Aversa perde 6-0 a Ragusa, Emanuele Filiberto accusa: "Giocatori avvelenati"

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L'erede di Casa Savoia, dopo la sconfitta che è costata alla sua squadra la retrocessione dalla serie D, sostiene che tutti i suoi calciatori si sono sentiti male dopo essere stati ospitati in un hotel della città avversaria. "Ora faremo subito reclamo per fare ripetere la partita e denunceremo tutto alla procura federale", ha denunciato. La società ragusana ha sporto querela 

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Sonora batosta per il Real Aversa, la squadra di Emanuele Filiberto, sul campo del Ragusa nel campionato di serie D. I siciliani ieri hanno vinto conun sonoro 6-0, risultato che ha consentito loro di salvarsi, ma che ha anche condannto alla retrocessione il Real Aversa, acquistato ad aprile dalla holding dell'erede di Casa Savoia. Una debacle che Emanuele Filiberto ha attribuito a una intossicazione alimentare. "Quello che è accaduto ieri è un qualcosa di inaudito e, dal mio punto di vista, è un attacco anche alla mia persona oltre che alla città di Aversa", afferma. Poi l'accusa: "Hanno avvelenato la mia squadra". E ha annunciato, attraverso un nota pubblicata sul sito dei tifosi Normannalive.it, di avere già provveduto a denunciare la struttura che li ha ospitati: "Ora faremo subito reclamo per fare ripetere la partita e denunceremo tutto alla procura federale. Il risultato non è altro che la conferma delle condizioni fisiche della squadra". La società ragusana ha fatto sapere tramite i suoi legali di aver sporto querela dopo le parole del patron di Aversa.

"Tutti i giocatori del Real Aversa ricoverati in ospedale"

"Abbiamo deciso di mandare in ritiro la squadra direttamente nella città di Ragusa, in un noto albergo cittadino, proprio per farli ambientare, essendo una città a 600 metri dal livello del mare, ma mai potevamo immaginare che nel 2023 potessero accadere cose simili - ha spiegato ricostruendo la vicenda l'erede di Casa Savoia -. Non voglio fare nessuna illazione, ma l'unica cosa certa che tutti i nostri calciatori stanno in ospedale". Durante il viaggio di ritorno, ha continuanto Emanuele Filiberto "dopo le molte fermate per vomitare, è stato necessario portarli all'ospedale di Salerno e purtroppo sono stati tutti ricoverati, purtroppo non sono riusciti neanche a rientrare a casa". Poi ha continuato sottolineando che "i massimi dirigenti della lega" avrebbero detto che "non c'era niente da fare e che se non fossero scesi in campo avrebbero avuto la partita persa a tavolino. A quel punto, non avendo alternative, hanno cercato di mettere in campo i giocatori pieni di farmaci pur di far disputare la gara, addirittura hanno dovuto mettere un giocatore al posto del portiere under. Spero che qui si faccia chiarezza e giustizia", ha concluso.

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Il Ragusa querela Emanuele Filiberto

Dopo la nota pubblicata da Emanuele Filiberto, è arrivata la risposta del Ragusa calcio attraverso i suoi legali, che hanno diffuso una nota in cui si evidenzia che il presidente della società Giuseppe Trapani e il medico sportivo della società hanno conferito mandato agli avvocati Fabrizio Cavallo e Francesco Guastella per sporgere querela nei confronti dell'ereda di Casa Savoia "per le gravi affermazioni divulgate al termine del match che si è disputato a Ragusa e che ha visto protagoniste le due formazioni impegnate nei play out del campionato di serie D". Nella comunicato si legge che "la dirigenza del Asd Ragusa calcio ritiene inaccettabili e deliranti le parole" di Emanuele Filiberto "che lascia intendere che vi sia stato addirittura una sorta di complotto ordito dal Asd Ragusa calcio, che avrebbe portato all'avvelenamento dei suoi giocatori che per questa ragione avrebbero perso il match in questione". La società Asd Ragusa Calcio ha definito "infamanti" le parole diffuse dal proprietario dell'Aversa, perché "offendono profondamente la squadra e la comunità Ragusana", sottolineando che i giocatori ragusani "hanno sempre affrontato, assieme alla dirigenza, le vittorie e le sconfitte in campo, a testa alta e con grande dignita'". 

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Anche l'Asl di Ragusa smentisce le parole dell'erede di Casa Savoia

Il comunicato del proprietario del Real Aversa insinuava pure che il medico del pronto soccorso dell'ospedale di Ragusa, a cui si sarebbero rivolti due dei tesserati, sarebbe stato lo stesso medico sportivo, una donna, trovato poi sulla panchina della società del Asd Ragusa ("spero che fosse solamente una sosia", era scritto dopo l'insinuazione). L'azienda sanitaria locale ha smentito che vi fosse una dottoressa in pronto soccorso quella mattina in cui un tesserato del club di Aversa "alle 10,10  si era presentato". "Dopo l'accettazione in Triage e in virtù dei sintomi manifestati (dolore addominale, febbre, vomito, diarrea), al paziente veniva assegnato un 'codice verde' - scrive l'Asp -. Dopo una rivalutazione visiva da parte dell'infermiere di Triage alle 10.31, l'unico medico in servizio, di sesso maschile, prendeva in carico l'assistito alle 11.03. Al paziente veniva preso un accesso venoso per eseguire gli esami di laboratorio e somministrata una terapia. Il medico in servizio, di fronte alle richieste dell'accompagnatore sui tempi di permanenza nella struttura, spiegava che era necessario attendere la risposta alla terapia e il risultato degli esami, che verranno stampati alle 12.19. All'esito della diagnosi di Gastroenterite, però, il calciatore aveva già abbandonato assieme agli accompagnatori i locali di pronto soccorso". L'Asp ha ribadito che "all'interno del Pronto Soccorso non era presente alcuna dottoressa. Qualsiasi ricostruzione successiva, pertanto, e' destituita di ogni fondamento". 

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