La semifinale d'andata del 10 maggio con in campo le due squadre italiane rientra nella lista di eventi di particolare interesse sociale per i quali deve essere garantita la visione al maggior numero di spettatori. L'incontro è esclusiva di Amazon Prime, che ora è chiamata a formulare una proposta di cessione
La semifinale d'andata di Champions League del 10 maggio tra Milan e Inter dovrà essere trasmessa in chiaro. Lo precisa l'Agcom in una nota, dando il la a un interrogativo su quale emittente manderà in onda l'attesissimo derby che, nel giro di una settimana, designerà la squadra di Milano che disputerà la finale di Champions. L'incontro è, infatti, esclusiva di Amazon Prime Video, che non possiede canali in chiaro, motivo per cui resta un'incognita sapere dove sarà possibile vedere la partita.
Lista di eventi di particolare interesse pubblico
"Sulla base dell'articolo 33 del Testo unico dei servizi di media audiovisivi", spiega l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, "l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha adottato una lista di eventi, nazionali e non, considerati di particolare rilevanza per la società, dei quali i fornitori dei servizi di media assicurano la diffusione su palinsesti in chiaro, in diretta o in differita, in forma integrale oppure parziale. La delibera Lista eventi comprende, fra gli eventi di cui è assicurata la trasmissione in chiaro, anche 'la finale e le semifinali della Champions League e dell'Europa League qualora vi siano coinvolte squadre italiane'".
Amazon può formulare una proposta di cessione
"Tale evento", si legge ancora, "ai sensi del vigente quadro normativo e regolamentare, non può pertanto essere trasmesso in esclusiva e solo in forma codificata, al fine di assicurare ad almeno l'80% della popolazione italiana la possibilità di seguirlo gratuitamente senza costi supplementari. Poiché i diritti di trasmissione della gara di andata sono detenuti in via esclusiva da Amazon Prime Video, la stessa è tenuta ad attivare la procedura che la delibera prevede in tali casi, formulando una 'proposta di cessione, a condizioni di mercato eque, ragionevoli e non discriminatorie, dei diritti'". "Qualora nessun'emittente qualificata" - prosegue la nota - "formuli alcuna offerta o non la formuli a condizioni di mercato eque, ragionevoli e non discriminatorie, l'emittente titolare dei diritti ha facoltà di esercitarli in deroga".