
I bianconeri hanno ritrovato temporaneamente i 15 punti tolti a gennaio dalla giustizia Figc per il caso plusvalenze, ma la palla passa alla Corte di appello federale che potrà riunirsi non prima di 15 giorni dal ricevimento delle motivazioni del Collegio di garanzia. Il tutto potrebbe chiudersi entro 45 giorni, ma anche la nuova sentenza sarà comunque impugnabile

La Juve ritrova, per ora, i 15 punti tolti dalla giustizia Figc per il caso plusvalenze e torna terza in classifica. Dopo il "rinvio per rideterminazione" alla Federcalcio decretato dal Collegio di Garanzia presso il Coni, la palla torna ora alla Corte di appello federale, che secondo le indicazioni dei giudici presieduti da Gabriella Sandulli potranno confermare il -15 motivandolo o, in assenza di una più precisa definizione delle responsabilità dei dirigenti bianconeri, rimodulare la pena
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Di primo piano è ora la questione delle tempistiche, soprattutto alla luce della fine della stagione 2022/2023. I tempi massimi per il giudizio a cui sarà chiamata la Corte di appello federale sono 45 giorni
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Questo perché la Corte d’Appello potrà riunirsi non prima di 15 giorni dal ricevimento delle motivazioni del Collegio di garanzia
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Il Collegio avrebbe 30 giorni per rendere pubbliche le motivazioni, ma ha fatto sapere che le diffonderà entro 15 giorni
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Tuttavia, anche la nuova sentenza della Corte federale d'Appello sarà comunque impugnabile per "violazioni di diritto" e questo rischia di creare un’ulteriore coda di ricorsi per il finale di stagione. Se non si chiudesse tutto entro il 30 giugno, la pena potrebbe essere scontata nella prossima stagione

Senza contare che per la Juve potrebbe arrivare a maggio un altro processo sportivo, quello sulle manovre stipendi e i rapporti illeciti con gli agenti, per il quale si sono chiuse le indagini e nelle prossime settimane si arriverà all'archiviazione o al rinvio a giudizio. In questo caso, è probabile che la data del 30 giugno verrà superata. (Nella foto il presidente della Juventus, Gianluca Ferrero)

Di fatto, la sentenza del Collegio ha deluso le aspettative degli avvocati Juve, che avevano chiesto l'annullamento in toto della sanzione dei -15, e ha smentito gli ottimismi in chiave bianconera nati dalle parole del procuratore generale, Taucer (nella foto), che aveva giudicato “carente” nelle motivazioni la sentenza emessa il 20 gennaio scorso dalla corte federale presieduta da Mario Luigi Torsello

Perché il Collegio rinvia sì alla Corte federale, ma con una pesante conferma di colpevolezza dei suoi dirigenti più importanti e lasciando aperta la porta alla possibile conferma del -15

Nel dettaglio, il Collegio ha respinto il ricorso dei quattro dirigenti di prima linea: l'ex presidente Andrea Agnelli, l'ex ad Maurizio Arrivabene, l'ex ds Fabio Paratici e Federico Cherubini. Le loro sanzioni e la loro colpevolezza sono passate in giudicato

D'altra parte, le sezioni unite del Collegio hanno “accolto i ricorsi di Pavel Nedved” e altri dirigenti e anche quello della Juve “nei termini e nei limiti di cui in motivazione, e ha rinviato alla Corte Federale di Appello perché, in diversa composizione, rinnovi la sua valutazione, in particolare, in ordine alla determinazione dell'apporto causale dei singoli amministratori, fornendone adeguata motivazione e traendone le eventuali conseguenze anche in ordine alla sanzione irrogata” a carico della Juve

In sostanza la Corte, in una composizione diversa da quella guidata da Torsello, dovrà chiarire quale peso abbiano avuto nella scelta del -15 i dirigenti

Se i consiglieri come Nedved, Garimberti e Vellano, assolti, non avevano responsabilità e il peso ricade tutto sui quattro per i quali la condanna è stata confermata, il -15 ha di che essere motivato
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