Giappone, è morto a 79 anni Antonio Inoki: il wrestler che affrontò anche Ali. FOTO
Nato a Yokohama e con cittadinanza brasiliana, è stato tra i pionieri della Mixed Martial Art, le arti marziali miste, e ha affrontato anche Muhammad Ali. È considerato l'artefice del successo del wrestling moderno. Poi è diventato un politico, impegnandosi nel sociale. Gli sarebbe stato fatale un attacco di cuore
È morto a 79 anni Antonio Inoki, famoso wrestler e politico giapponese con cittadinanza brasiliana. È stato tra i pionieri della Mixed Martial Art, le arti marziali miste, e ha affrontato anche Muhammad Ali. Poi è sceso in politica, impegnandosi nel sociale
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Antonio Inoki, all'anagrafe Kanji Inoki, era nato a Yokohama il 20 febbraio 1943. Da studente si è trasferito in Brasile: qui ha incontrato un noto impresario giapponese che l’ha convinto a diventare un lottatore professionista all'età di 17 anni
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Inoki, alto 1,90 metri e famoso per il fisico statuario e il mento straordinariamente prolungato, insieme all'altro wrestler giapponese Shohei 'Giant' Baba, è considerato l'artefice del successo del wrestling moderno, con la fondazione della lega professionistica a partire dal 1972 e l'avvento della televisione a bordo ring
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La sua fama è stata cementata anche dallo svolgimento dell'incontro con il campione di boxe Muhammad Ali, nel 1976 al Nippon Budokan di Tokyo: un evento capace di attrarre una audience globale. Ma i suoi match memorabili sono stati molti
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Dalla metà degli anni Ottanta, Inoki ha iniziato a combattere sempre di meno, fino al ritiro. Nel 1989 è stato eletto al Parlamento giapponese con il partito “Sport e Pace”, da lui fondato. È stato senatore fino al 1995. Nel 2013 è stato rieletto, ma col Partito della Restaurazione
Inoki si è distinto anche per la sua intensa attività diplomatica. Ad esempio, in Iraq nel 1990 per il rilascio di ostaggi giapponesi all'inizio della Guerra del Golfo. Nel corso degli anni ha instaurato un forte rapporto personale con la Corea del Nord, dove si era recato decine di volte nel tentativo di contribuire a risolvere - tramite canali non ufficiali - la questione dei rapimenti di cittadini giapponesi da parte di Pyongyang durante la Guerra Fredda
Nel luglio 2020 i primi segnali di una salute non più di ferro lo costrinsero ad ammettere problemi al cuore. Come annunciato dai media nipponici, è morto il 30 settembre 2022: gli sarebbe stato fatale un attacco di cuore
Nel 2010 il suo nome è entrato nella WWE Hall of Fame
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