A causa di complicazioni legate al Covid-19, è morto ad Albano Laziale l'ex pilone azzurro, uno degli uomini-simbolo della Nazionale del ct Georges Coste che, negli anni '90, fece guadagnare all'Italia un posto nel torneo che divenne il Sei Nazioni. Ecco la sua storia e la sua carriera
Il rugby italiano piange Massimo Cuttitta. A causa di complicazioni legate al Covid19, l'ex pilone azzurro è morto ad Albano Laziale all'età di 54 anni
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È stato uno degli uomini-simbolo della Nazionale del ct Georges Coste che, negli anni '90, fece guadagnare all'Italia un posto nel torneo che divenne il Sei Nazioni
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Cuttitta era originario di Latina
Si era poi trasferito al seguito dei genitori in Sudafrica
Qui aveva cominciato a giocare a rugby
In azzurro aveva messo insieme 70 presenze tra il 1990 e il 2000 prendendo parte ai Mondiali del 1991 e del 1995
Assieme al gemello Marcello giocò il match della storica vittoria dell'Italia sulla Francia nella finale della Coppa Fira nel 1997 a Grenoble
Da giocatore aveva indossato le maglie di L'Aquila, Amatori Calvisano, Milan (con cui aveva vinto 4 scudetti), degli Harlequins londinesi e della Rugby Roma
Qui era sia allenatore che giocatore
Era stato poi selezionato anche per i Barbarians
Aveva quindi lavorato come tecnico negli staff delle nazionali di Scozia e Canada
E ancora, in quelli di Romania e Portogallo
“Tutto il rugby italiano è intimamente toccato dalla scomparsa di Massimo, uno dei simboli della Nazionale che, grazie a una straordinaria generazione di giocatori, conquistò l’accesso al Torneo delle Sei Nazioni con una serie di indimenticabili prestazioni negli Anni ’90”, ha detto il presidente della Fir, Marzio Innocenti
"Cuttitta – ha aggiunto - non è stato solo un incredibile servitore del rugby italiano ed un eccellente interprete del ruolo di pilone sinistro, ma anche un apprezzato ambasciatore del nostro movimento all’estero, allenatore degli avanti per la Scozia e per altre Nazionali che ha contribuito a portare sul palcoscenico della Rugby World Cup"